Bourg-Saint-Pierre - Aosta (VF) 4-6/7/14

Bourg Saint Pierre - Aosta  km 40,6

Venerdì 4 luglio , nel primo pomeriggio, guidati dalla dolce-onnipresente-premurosa  Barbara e da Gianni il Costruttore ( di bastoni, di rapporti,…), Fiorella, Alberto, Augusto, Anna, Claudio, Roberto, Daria, Vanni, Simonetta, Giancarlo e Silvia iniziavano la salita verso il mitico colle del Gran San Bernardo.
Si parte da Bourg-Saint-Pierre in leggera salita, accolti da un coloratissimo giardino alpino (“Guarda: il giglio Martagone!”), ma anche da una vipera di straordinarie dimensioni : questi Svizzeri organizzano proprio tutto!
Intanto , mentre la salita aumenta insieme al vento, si riflette sulla Storia che si è arrampicata su fino al colle, come noi: dai Romani, ai Pellegrini nei secoli, a Napoleone. Ma dov’è questo colle? E il cielo si fa sempre più nero e la fatica sempre più ruvida . Vento, freddo, vento, poi inizia a piovere, per fortuna poche gocce.
Barbara, previdente come sempre, intanto, ci aveva offerto anche un po’ di avventura ( e non il solito guado!).
Si fatica, il colle si mostra, poi scompare, come un miraggio tra le nebbie e tra cieli cupi da “ Cime Tempestose”.
Si fatica, ma l’Ospizio è pronto ad accoglierci. Entrarci è come sprofondare nel passato, in un altro Mondo. Di quale epoca siamo Pellegrini? E la Compieta completa la discesa nel Medioevo.
Il mattino seguente dai 2470 metri del Gran San Bernardo, dopo l’arrivo di Stefanella e Roberto che si uniscono al gruppo, si rientra in Italia e, iniziando la ripida discesa, si può immaginare il percorso fino a Roma tra valli, boschi, città, pianure, fiumi, colli, vigneti.
Il 4 e il 5 luglio se ne vanno solari, leggeri, allegri, chiacchieroni, come la nostra camminata.
Nel pomeriggio di sabato arriviamo ad Etroubles dopo piacevole sosta a Boses per verificare se il prosciutto più alto d’Italia sia veramente così buono come si dice.
La domenica ci regala una verdissima discesa fino ad Aosta.
(Silvia)
Partenza da Aosta col il pullman svizzero.

Questa casa, forse la dogana, è all'entrata di Bourg S.Pierre, dalla bisaccia spunta una stecca di Marlboro.

Fiancheggiamo il lago artificiale a pochi chilometri da Bourg S. Pierre

I prati sono ricchi di una innumerevole varietà di fiori

Il Giglio Martagone, qui molto frequente 




Ranuncolo selvatico

Vicinissima era una marmotta, ma non si è fatta fotografare




L'attraversamento è un po' disagevole ma ci risparmia mezz'ora di salita e discesa




Puntuale ( siamo in Svizzera ) arriva la pioggia a far compagnia al freddo ed al vento.


Appena giunti all'' Hospice siamo accolti con un the caldo, molto gradito.

La camerata tutta per noi.

Il Salon

Le ragazze, prima della partenza

Sguardo verso il vallone dal quale siamo arrivati iersera

Nonostante la scherzosa bufera di neve annunciata, Roberto e Stefanella ci hanno raggiunti al colle.

Sguardo verso l'Italia

Sguardo verso la Svizzera, con Roberto.



Piccola sosta ad una cappelletta ...

Bello l'interno con la croce di betulla e la madonna che par disegnata da Botero.


A destra la strada che porta al traforo del G.S.Bernardo.


In questo vallone, in questi splendidi boschi, è stato ucciso l'ultimo orso delle Alpi occidentali., era il 1859 poco dopo il passaggio di Napoleone.   


Arriviamo a Saint Remy en Bosse


Sosta per uno spuntino molto apprezzato, a baso di prosciutto locale.


A volte si deve fare il passo più lungo della gamba, ma tutto finisce in lazzi e frizzi e risate


Ormai Etrouble è in vista

Monumento al Pellegrino 

L'ottima e abbondante cena dalle Suore nostre ospiti, servita a tempo di fanfara dai ragazzi della colonia. 


Due passi dopo la lauta cena. Come resistere ai giochi dei ragazzi? E' quasi buio non ci vede nessuno... 


Terzo giorno. Mattino  in montagna, l'affascinante morbidezza delle nuvole lontane contrasta con la dura nitidezza delle ombre vicine 



Le Sorelle, entusiaste del nostro gruppo, partecipano volentieri alla foto prima della partenza.

Tempo di fienagione

L'uso del rastrello è forse il gesto più bello delle attività contadine


Lunghi tratti di sentiero scorrono a fianco di grandi rogge






Ritroviamo i due ragazzi romani che già avevamo  incontrato al colle due giorni prima. Stanno rincasando a Roma, a piedi, dopo essere stati a lavorare in Inghilterra.


Ghiotto assalto alle ciliegie selvatiche, eccellenti! 


La gioia di essere arrivati alla meta è frammista al dispiacere: è quasi finita questa festa mobile.

Angela è la gentile signora che ci invita ad approfittare delle sue albicocche dicendo :  "con le albicocche non si fanno collane ".
Siamo stanchi accaldati e affamati... un saccheggio!
Grazie Angela!










Per un istante l'immagine dei quindici si è riflessa in questa vetrina d'Aosta. Gianni, Augusto e Daria vi sono rimasti intrappolati. 

Nella Cattedrale d'Aosta l'apposizione del timbro sulle credenziali.

Finalmente a tavola..


Nessun problema, a lei piace così. In effetti hanno un certo fascino...

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