Cerrione-Mongrando (GTB) 14-12-14

(Le foto sono più giù)

Oggi, in una giornata freddina e con il cielo coperto, abbiamo fatto una tratta della Grande Traversata del Biellese. Nonostante la stagione poco favorevole eravamo in 18!
Partiti da Mongrando verso le 9.30 siamo arrivati alle 13 a Cerrione. Dopo esserci rifocillati alla Trattoria del Tennis, che ringraziamo per la cortesia e la buona cucina, siamo ripartiti per tornare a Mongrando seguendo un percorso un poco diverso. Una pioggerella innocua ci ha benedetto nell'ultima mezz'ora. I chilometri totali percorsi sono stati circa 23, perfettamente in linea con la regola non scritta che i km devono essere non meno di 10 e non più di 40.
Sono state molte le cose interessanti che abbiamo visto e di cui s'è parlato, e ancora molto ci sarebbe da dire e sapere, ma intanto si è alzato l'interesse per la Bessa che è un miracolo non valorizzato e sta correndo un rischio mortale soffocata dalla vegetazione.


Da un cartello presso Cerrione:
L'ambiente particolare della Bessa costituito da estesi cumuli di ciottoli è stato profondamente determinato dall'azione dell'uomo.
E' stao accertato che circa 2000 anni fa nella zona esistevano le AURIFODINE ROMANE ovvero le miniere d'oro che Roma sfruttava nella zona.
Sono Strabone e Plinio il Vecchio che ci parlano di "aurifodine " attive presso i popoli degli "Ictimuli" o Victimuli del Vercellese, le miniere sarebbero state attive tra il II ed il I secolo a. C. prima di essere sostituite da più redditizi giacimenti spagnoli. L'abbandono della Bessa da parte dei romani lasciò nella zona una gigantesca pietraia , frutto di decenni di selezione dei giacimenti ghiaiosi dell'area. Questa estesa "discarica di miniera" è giunta quasi inalterata fino ai gironi nostri proprio per l'aridità caratteristica dei cumuli, un microclima poco favorevole alla colonizzazione vegetale. Nella Bessa venivano impiegati migliaia di uomini si ha notizia di un decreto che a un certo punto vietava l'impiego di un numero di addetti superiore alle 5000 unità.
Occorre sottolineare come tutti i terreni alluvionali padani presentino tracce d'oro ma solo in alcune zone , come la Bessa, originata dai minerali trasportati dal ghiacciao Balteo valdostano, la concentrazione aurifera è discreta. Una serie di canali scendevano verso il versante orientale dell'altopiano (in direzione dell'Elvo ); i ciottoli che ostacolavano la selezione dei materiali ghiaiosi e sabbiosi da cui ricavare l'oro, venivano scartati e accumulati in quella sorta di strutture piramidali ancora visibili. Si pensa che i cumuli contengano dai 25 ai 40 miliardi di ciottoli! Si possono ancora rinvenire residui di muri a secco dei canali e di capanne degli operai; numerosi sono stati i ritrovamenti di reperti archeologici come vasellame, monete, manufatti in ferro.

Altro cartello :
La Bessa è un altopiano di circa 110 ettari (di cui 798 compresi nel Parco Regionale della Bessa) di forma all'incirca rettangolare che si allunga da nord-ovest a sud-est tra i torrenti Olobbia ed Elvo. La sua nascita è dovuta alle alluvioni  fluvio glaciali dell'era quaternaria (l'era detta anche neozoica, iniziata due milioni di anni fa), soprattutto con riferimento alle glaciazioni di Mindel e Riss; minore invece è stato il contributo dei depositi ghiaiosi del periodo glaciale più recente (Wurm). Si tratta quindi dal punto di vista geologico di un altipiano alluvionale e in parte morenico. Numerosi sono quindi i massi erratici, anche di notevoli dimensioni, portati dal ghiacciaio e i materiali costituiti da ghiaie e ciottoli. Proprio i ciottoli diversissimi tra loro fanno sì che la Bessa costituisca un interessante museo geologico naturale: tali materiali provengono in gran parte infatti dalla Valle d'Aosta, portati dal grande ghiacciaio Balteo, e rappresentano molte delle rocce presenti nelle Alpi occidentali (granito, serpentinite, gneiss, micascisti, eclogiti, dioriti, più rari i solubili calcescisti). Proprio il tipico ambiente ciottoloso e quindi secco , caldo, privo di ristagni d'acqua fa sì che questo ambiente sia molto interessante anche dal punto di vista botanico e che si possa usare come laboratorio per lo studio della colonizzazione vegetale (dai licheni ai muschi, alle felci, alle piante superiori). Gli avvallamenti tra i cumuli, detti "bunde" sono invece più umidi e favoriscono la crescita della vegetazione anche molto fitta. Tra le specie si possono ricordare: querce, ciliegi, pruni, biancospini, ginestre.Esistono specie erbacee particolari e anche rare come la stellaria bulbosa , il Lilium bulbiferum, il Ciclamen purpurescens. L'ambiente è popolato da una discreta quantità di specie animali ma è particolarmente adatto alle esigenze dei piccoli mammiferi, come roditori e insettivori (arvicole, topi campagnoli, talpe, toporagni, ecc) in grado di trovare nella Bessa cibo, protezione e microclima favorevole.


Visita al Roc Malegn

Analisi delle coppelle

Il Centro Visite della Bessa, a Vermogno

La sede delle gare di cerca dell'oro, Vermogno



Una delle tante, sorprendenti,  sorgenti nella Bessa

Uno strano fungo aereo. 














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