Verso Roma Camminando: Giro del lago di Viverone 22/2/15

Giro di allenamento, ma da non sottovalutare, quanti hanno fatto il giro del Lago di Viverone ? Quanti l'hanno fatto così "stretto" ?

Partenza da Anzasco, distacco difficile dal calduccio del bar e dalla bella barista.
Primo fango dopo la notte di pioggia, nuvoloso ma non più freddo.
Prime battute salaci, feroci tra vecchi amici, molta acqua sotto un pioppeto,
'Meno male che non c'è Anna, sarebbe affogata'.
Seguiamo le frecce di rami a terra ad ogni possibile bivio
Ponticello precario, inchiodiamo un'assicella tagliamo qualche ramo, passiamo indenni.
Poco dopo finisce il fango, andiamo alla torre d'avvistamento
Poi alle nuove palafitte, spuntino di rigore.
Saliamo su una strada sterrata, comincia il giro del canale oltre il Becco di Cugno.
Gregge di pecore, asini, asinelli cavallo, capre, cani da gregge, due cuccioli
di maremmano, tutti con i mantelli ancora zuppi d'acqua, la notte di pioggia. Enormi pioppi, passiamo davanti alla cascina, arriviamo al Becco di Cugno, sulla riva del lago.
Ricomincia una strada sterrata, quattro cavalli.
A Masseria il pranzo ci fa scoprire il sapore intenso e pur delicato del Coregone. Pesce proveniente dal Garda, qualcuno puntualizza, si sentiva dall'accento che non era piemontese.
Si riparte con un sole forte, il cielo è tutto blu, in lontananza le nostre
montagne, bellissime con la neve fresca.
Sfilata di campeggi ed arenili estivi, ora deserti.
Un po' d'asfalto, si torna nella civiltà, tra la gente, la "vasca" del lungolago.
Finora germani folaghe e qualche cormorano, ora appaiono i gabbiani.
Si sale un po', ancora mezzo chilometro di sterrato poi la grande strada inevitabile, in fila indiana, ma solo un chilometro e siamo di nuovo Anzasco.
Sosta al bar poi la visita fantastica ai fiori di loto.
Bastano diciassette chilometri e un gruppo di amici per fare una bella giornata.

Riceviamo da Augusto:
Ciao G&B . Vi scrivo un fatto interessante, Sabato avevo dolori in tutto il corpo, Domenica sera stavo benissimo, non sapevo che fare i fanghi fosse cosi curativo. A Domenica. Ciao Augusto