Fornovo - Pontremoli (VF) 1-3/5/15

Fornovo - Pontremoli km 56,2

 Maggio 2015                                  Fornovo di Taro, Berceto, Passo della Cisa,  Pontremoli

CIAK !!  SI  GIRA

   Protagonisti           Barbara e Gianni
                                              Altri interpreti           Alberto,Amalia, Anna, Claudio,
                                                                              Daniela,Fiorella, Fiorenzo,Luisa,
                                                     Roberto,Silvia, Stefanella
               Responsabile  Ricerca Ristoranti           Alessandro

             Regista, Aiuto Regista, Operatore,
      Tecnico del Suono, Tecnico delle Luci,          TED
                       Sceneggiatore, Scenografo   

Trama: è la storia di alcuni pellegrini che a pezzi  percorrono la via Francigena per arrivare prima o poi a Roma
Ted, fantasioso, vulcanico, simpaticissimo, riprende, fotografa, registra

1° maggio    La via dei guadi

Si parte sul far della sera di un primo maggio un po’ piagnucoloso. Da Fornovo che si rivede volentieri insieme al suo Duomo dal bellissimo altare con  sculture medioevali.
Verso Sivizzano tra verdi colline e nuvole grigie.
E poi…greto! Perché Barbara ha un’attrazione fatale per i guadi che diventano subito pane per lo spirito aperto dei pellegrini. Questa volta non ci batte nessuno:  4 o 5 ? Si forma immediatamente la  Squadra Guastatori Guadi che, con sassi, tronchi, rami, mobili abbandonati, crea dei ponti per facilitare le “ragazze”.
E intanto Ted, insensibile, riprende.
Direttamente dal torrente Sponzana   arriviamo alla Casa delle Viole, bel casale in mezzo al verde, restaurato ed arredato in modo colorato, piacevole ed originale. Belle stanze, buoni salumi, fragorose risate: tutto organizzato per le riprese cinematografiche.

2  maggio   La via delle peonie selvatiche che diventa poi la via dei funghi

Si parte presto, in leggera salita. Dopo poco, ecco Sivizzano. Il sole dà alla primavera i suoi colori, saliamo sempre di più. Zone di prato rasato con macchie di alberi di verdi diversi e fiori multicolori ci accompagnano prima alla pieve di Bardone e poi al castello di Casola. Le salite sono erte , ma il paesaggio a tratti si apre bellissimo su colline e  monti dalle linee dolci e femminili.
Ogni tanto la piccola macchina da ripresa ci aspetta al varco, a  fianco, Ted, imperterrito.
La discesa verso Cassio è di sublime bellezza. Tra i verdi del bosco fa capolino il rosso carminio  delle rare peonie selvatiche
Intanto si parla con gli amici: si passa dalle già conosciute barzellette che come corde ti tirano su, ai discorsi seri sulla filosofia del camminare.
La conca di Cassio racchiude  i Salti del Diavolo, pinnacoli di arenaria grigia che rimanda al secolare lavoro degli scalpellini della valle.
Anche se non ce ne accorgiamo, Ted è in agguato con la sua attrezzatura.
Dopo tanto camminare e salire ecco, in bellissima posizione ,a circa 800 mettri di altitudine, Berceto, paese dei funghi, crocevia del gusto tra Emilia e Toscana, con un sentore di Liguria.
Entriamo nel bel Duomo a cui la pietra grigia dà un aspetto un po’ cupo.
Notte al Seminario tra gli alberi, ma prima ottima cena da Rino con spumeggio festoso per Barbara.

3 maggio

Partiamo presto ( il treno non aspetta) con leggera pioggerellina che a tratti diventa umidità.
Saliamo ancora in mezzo a boschi grondanti per raggiungere i 1246   metri del monte Valoria e scavallare l’Appennino.
La nebbia incanta boschi di conifere altissime.
Verso la cima erbosa il vento si fa sempre più forte. Ma non è la vera Bùfera, quella l’abbiamo già provata sulle Alpi, qualcuno dice. E allora la Bùfera sente e arriva, forte, travolgente, sconvolgente.
Ted impavido fotografa e non ci sono le controfigure.
Al passo della Cisa ci riprendiamo a modo nostro.
Di qui la strada è lunga, lunga, asfaltata, anche se secondaria ( il bosco non sarebbe stato opportuno). Passa di fianco a paesetti e villaggi abbandonati e a maneggi con cavalli. A tratti si apre su valli verdissime.
Intanto ci scalda qualche raggio di sole.
Da Mulinello, dall’alto, si costeggia la stretta valle del fiume Magra che ormai scintilla sul fondo e ci accompagna con i suoi scenografici meandri. Alberto fatica per le conseguenze di una caduta trattenuta.
Si scende lentamente fino ad arrivare a livello del fiume: siamo quasi a Pontremoli di cui si intravede la cupola del Duomo.
Arriviamo stanco-contenti  a Pontremoli, sempre bella, col già felicemente sperimentato  bar Svizzero.
E speriamo che le riprese cinematografiche siano venute bene così da non dover ripetere le scene. Anche se noi  poi lo faremmo anche.
Silvia
















































































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