Il Cammino inglese verso Santiago 30/5-3/6/15


IL CAMMINO INGLESE


Ci siamo, più increduli che felici! Non osavamo sperare, eppure ci siamo! Abbiamo prenotato i biglietti aerei a febbraio, con l'assicurazione: nessuno di noi era certo di partecipare. Contrattempi, malanni, imprevisti, concerti...una vera e propria congiura! Ma eccoci, più felici che increduli! Incredibilmente puntuali, talmente in anticipo che quelli che arrivano puntuali sembrano in ritardo!!
     Gli equipaggi delle tre auto sono già formati, basterebbe mettersi in macchina e partire ma prima bisogna mettere i bastoncini nella sacca che la super arzilla mamma di Barbara ha confezionato appositamente per noi: grazie; è bellissima!
Trambusto:
- Mettiamo anche i coltellini, le forbicine ed i taglia unghie!
- Le confezioni di liquidi?
- Certo! Visto che imbarchiamo la sacca della super nonna, evitiamo eventuali problemi all'imbarco!
- Le barrette? Le cioccolate?
- Tutto, svelti!
   Via, le auto rombano e si parte! C'è chi ha lavorato fino ad un minuto prima e tiene gli occhi chiusi, chi mangia (di già?), chi ha chiesto un giorno in più di ferie per essere pronto, chi parla a voce alta e concitata per la felicità, chi guarda la strada sulla mappa (vorrai mica perderti sull'autostrada che porta a Bergamo..?!) e chi, calmo e serafico, guida!
     Saliamo sull'aereo: in coda sulla scaletta, i visi splendono allegri! Abbiamo posti vicini e lontani, per un po' chiacchieriamo, camminiamo e ridiamo, poi qualcuno riesce a dormire un po'.
     Arriviamo a Santiago; sono gia le otto di sera ma la il sole è ancora alto; l'aeroporto è piccolo e pieno di zaini che arrivano e partono.
Barbara ha organizzato ogni cosa e siamo attesi da un ragazzo con un cartello: c'è un pulmino tutto per noi che ci porterà direttamente a Ferrol.
   Sull'autobus guardiamo il paesaggio: è quasi estate! Tutto è verde, rigoglioso e fiero! Un pacchetto di tarallini spunta pieno e scompare vuoto.
   Siamo in diciassette: molte coppie, pochi da soli. Non c'è ostello, siamo in una pensione (Hostal, prego, siamo in Spagna!!!). Primo timbro sulla credenziale! Le stanze sono da tre e solo una da due. Come fare? Due dei tre russatori insieme (l'altro, pur essendo di naso potente, non vuole esser disturbato nel suo assolo dal concerto per tenori degli altri due, preferisce farsi ascoltare dagli altri!!!); poi tutti divisi: donne con donne e uomini con uomini! Il divertimento è assicurato.
Presto: apriamo la sacca della nonna e poi veloci a cenare: pulpo alla gallega, pimientos, vino bianco, rosso e birra.

Da Ferrol a Pontedeume Km 29,7

  Al mattino la sveglia è presto perché ci sono circa 30 km fino a Pontedeume.
Partiamo prima che l'ufficio preposto ci possa timbrare le credenziali. Il cammino inizia nella zona del porto dal molo Curruxerias, dove un majon indica il km 0. Un po' sperduto, neanche tanto ben segnalato, troviamo il cippo di partenza e facciamo la foto che documenterà il nostro inizio.
Camminiamo rumorosi per la città addormentata! Fortunatamente non abbiamo troppo tempo e quindi non possiamo fotografarla tutta; ma gli occhi osservano rapiti tanta bellezza. E' stata proposta patrimonio dell'umanità e noi possiamo ammirarla!
 E' una città sospesa tra la spumeggiante cultura mediterranea e la rigorosa serietà inglese: balconi di ferro battuto, stucchi, vetrate, porte colorate con il battente in ottone; un miscuglio equilibrato ed elegante.
Finito il centro iniziamo a costeggiare la rìa, l'estuario profondo, che costeggia il mare calmo, azzurro e splendente. (Avremmo potuto saltarlo facendo il ponte che in soli 11 km ci avrebbe portato a Pontedeume, ma via, che pellegrini saremmo stati?).
  Camminiamo a passo svelto; il percorso è in piano; è sabato e le auto sono ancora profondamente pigre. La luce è serena, il verde delle piante si esalta nel colore del cielo limpido.
  Per chi ha gia fatto il cammino francese verso Santiago in estate, giallo ed assolato, vedere il mare che accompagna i propri passi è suggestivo: lo sguardo non si stacca dal placido celeste che li segue.
  Arriviamo allo splendido monastero di San Martin de Xubia dove apponiamo il sello e dove ci invitano a visitare il minuscolo borgo. Non possiamo rifiutare tanta gentilezza e poi è talmente piccolo e bello...Salutiamo e riprendiamo il cammino sotto un cielo dai mille passaggi di nuvole.
 Ma ragazzi, siamo a metà percorso: i boccadillos ci chiamano! A ridosso di un prato appena tagliato, un furgoncino, nel paese di Neda, promette (e mantiene) prosciutto, birra, formaggio, insalata, coca cola, la toilette nel rifugio appena costruito ed il sello (timbro imprescindibile per attestare che non abbiamo saltato la ria!!!). Il nostro mazzetto di zaini colorati spicca sul prato all'ambra di un frondoso albero. Qualcuno, un po' biricchino, vorrebbe mettere, di nascosto, una pietra nello zaino di uno di noi! Qualcun altro, altrettanto biricchino, fa da palo ma...vince il buon senso, accidenti!
   Si riparte, Pontedeume è ancora lontana ed il rifugio, piccolo, non si può prenotare!
Prima di entrare in città attraversando un lunghissimo ponte antico, abbiamo costeggiato la lussureggiante spiaggia di sabbia dorata a ridosso della quale vi è la pineta: praia Magdalena. Camminiamo da nove ore ma il sole è ancora alto nel cielo. L'ostello (da ora in avanti anche Albergue, sempre perché siamo in Spagna...) come prevedevamo non può ospitarci tutti, non solo perché ha solo venti posti, nove dei quali già occupati; ma anche perché la regola vuole che si dia il posto a chi arriva. Noi siamo arrivati alla spicciolata. Il nostro velocista ha fatto uno scatto in avanti, ma la truppa era a circa venti minuti: non ci avrebbero aspettato comunque. Un dispiacere, ma un dispiacere, dopo tutti questi km, sembrano quasi due dispiaceri...!!! Ci sarà un altro posto per dormire: è una città! Ma guarda, sono così dispiaciuto che andrei a dormire in questo hotel a tre stelle proprio qui, vicino all'ostello!! Spettacolare! C'è anche una camera doppia per chi festeggia proprio oggi l'anniversario di matrimonio! Urrà!!!
   Doccia, bucato, aperitivo offerto dagli sposi e poi  cena! Ancora troppi passi e finiamo in una friggitoria menzionata su internet: piatti giganteschi, fritti al momento, attesa secolare, birra e vino fanno da intrattenitori, gli sposi girano fra gli invitati: applausi, baci a richiesta, sguardi spagnoli increduli, risate a manetta!
   Se speravi di dimagrire lungo il cammino, hai sbagliato! Qui si onorano le specialità del posto, in barba al menù del pellegrino!
  Dobbiamo salutarci, non ci vedremo fino al mattino seguente quando faremo colazione tutti in albergo, anche gli ospiti dell'albergue. Non possiamo lasciarci così. Due passi sono da escludere, ma due barzellette, anche quelle che conosciamo già, anzi proprio perché le vogliamo riascoltere, non possiamo negarcele.
 Nella luce violetta del tramonto che illumina le barche ormeggiate libere nell'insenatura, ci abbracciamo. La nostra prima giornata sul cammino inglese è stata una favola: buonanotte!
  Ma chi dorme in albergo, non ha orario di rientro! Un gelato, dopo tutto quel fritto, al limone, per carità, è ciò che ci vuole per ascoltare un gruppo che con violini e fisarmoniche canta "Granada" in un bar!
   Il mattino seguente i racconti si sprecano. Siamo stati lontani poche ore e dobbiamo raccontare tutto su chi russava, sui bagni dell'albergue, su quelli dell'hotel, sui letti a castello, sui lettini ed insomma, purtroppo dobbiamo continuare camminando...


Da Pontedeume a Betanzos km 20

   La tappa di oggi è breve, poco dislivello e la compagnia del mare ancora per qualche tratto.
  I sentieri si snodano nei boschi di eucalipto, le ginestre fiorite festeggiano il nostro passaggio. Il gruppo, già da ieri, ha preso la sua forma allungata consueta. Chi è davanti ha ingaggiato una lotta acerrima con uno sparuto gruppetto di sole tre persone che viaggiano più veloci di noi. Gli albergue sono molto piccoli e noi, un grande gruppo di 17, mettiamo paura, non solo perché ridiamo a crepapelle, ma soprattutto perché rischiamo di lasciare gli altri senza posto! Ma a noi piace scherzare. Così sproniamo la nostra testa di serie a camminare ancora più velocemente per battere il gruppetto! Lei non aspetta altro e corre in avanti, lanciata verso l'albergue, sola al comando! Dietro una curva del sentiero, sorridente, la troviamo che ci aspetta!
   La giornata diventa via, via più grigia. Nella cittadina di Mino troviamo un panificio aperto! E' domenica e non ci speravamo! Compriamo con la cassa comune ogni specialità ancora disponibile, dopo di noi può chiudere, non c'è quasi più nulla. La signora ci regala anche la coca cola e una torta! Più avanti c'è un supermercato e compriamo yogurt, pane, frutta, formaggio e prosciutto. Finita la salita ci concederemo una pausa.
  La chiesetta di San Pantaleon de las Vinas ospita la Prima Comunione di un gruppo di bambini vestiti in immacolati abiti da cerimonia.  Dobbiamo aspettare che la messa termini per apporre il sello sulle credenziali. Ottimo motivo per mangiare ingannando l'attesa.
     Si riparte! Nel bosco, gli eucaliptiti sono diversi da quelli che siamo abituati a vedere da noi. Hanno il tronco sottile, altissimo, i rami  pieni ma poco folti. A terra è pieno di foglie. Il nostro costruttore di bastoni ha già rifornito chi ne aveva bisogno del bordone appropriato. Ora cammina ed osserva, illustra a chi è vicino a lui questa e quella pianta dal nome impronunciabile, si ferma a raccogliere foglie, e, complice la necessità di aspettare chi cammina con minor lena, pone la domanda fatidica: Destra o sinistra?
Il quesito è imbarazzante, sappiamo che il nostro gruppo è eterogeneo; vi è rappresentato tutto l'arco costituzionale. Perché buttarla in politica e rischiare? Ci guardiamo un po' frastornati, stiamo per avanzare le nostre indomite convinzioni (tra l'altro in alcune regioni italiane si vota...), quando ecco che ci viene proposto il quesito completo: Perché alcune foglie di eucalipto sono curve verso destra ed altre sono curve verso sinistra?
Nel frattempo il gruppo si è ricompattato e possiamo proseguire alla volta della nostra prossima tappa!
   Acceleriamo leggermente perché le nuvole si stanno addensando. Arriviamo all'albergue ed abbiamo una stanza tutta per noi; per stare tutti insieme chiedono ed ottengono di poter aggiungere due materassi per terra. Grazie di essere così naturalmente preziosi!
   Solita doccia, bucato e chiacchiere da un letto all'altro! Chi chiede una crema, chi fascia un piede, chi buca bolle, chi tira fili per stendere, chi cerca di dormire, chi legge la tappa appena fatta, chi quella successiva, chi prova la sua nuova e rumorosa coperta da  dieci grammi (vorrai mica tenerci tutti svegli con questo rumore da carta di cioccolatino!?!)...
Visita della città. Ma è domenica e nella chiesa di S. Francisco c'è ancora la possibilità di assistere alla messa. Il gruppo si divide con sincera vicinanza: alcuni ascolteranno, altri cercheranno un posto dove cenare. Al termine appuntamento in piazza Hermanos Garcia Naveira. Intanto una pioggia fitta ed ostinata ha iniziato a scendere senza tregua. In chiesa ci chiedono se vogliamo assistere alla messa. La suora laica che si rivolge a noi è stata a lungo a Roma, parla un perfetto italiano e familiarizza subito, dandoci piccole pacche sulle spalle. E' una cantante che deve dirigere i brani durante la messa, ma è senza voce e la giovane suora che dovrebbe sostituirla, ha fatto sapere che  non verrà: pregate per me!
   All'uscita, ci aspettano prendendo l'aperitivo offerto proprio da Barbara. Oggi è il suo compleanno ed abbiamo comprato di nascosto una torta nel panificio incontrato al mattino. E' tutto il giorno che senza fare la minima piega una di noi la porta con disinvoltura nel suo zaino! Bravissima, grazie!
   Chi non ha assistito alla messa ha trovato un localino dove cucinano il baccalà. Di domenica, in questa stagione che è ancora poco affollata, non è facile trovare aperto. Non abbiamo capito se il posto dovesse chiudere ed abbia tenuto aperto solo per noi, o cosa bene sia successo, fatto sta che eravamo gli unici avventori, che abbiamo mangiato benissimo, che abbiamo potuto intonare tutti gli auguri che abbiamo voluto, che la nostra velocista ci ha tenuti allegri con le sue parodie, che ci hanno dato una candelina da mettere sulla torta che avevamo portato e che abbiamo potuto ridere tranquilli senza timore di disturbare. Magnifico!
  Il cielo è tornato asciutto ed abbiamo fatto un giretto nelle piazzette vicino al nostro ostello. Vi era un tipo che affacciato alla finestra sulla piazza deserta, lucida di pioggia, ascoltava musica a tutto volume; noi abbiamo iniziato a ballare... fortunatamente i rifugi hanno un tassativo orario di chiusura e siamo andati a nanna!
     Sempre lei, la nostra velocista, quando le luci della camera erano spente, al chiarore che entrava dalle finestre, ci ha raccontato una storia per farci addormentare.
 La notte è trascorsa serena e tutti hanno potuto riposare in attesa della tappa del giorno successivo, forse la più impegnativa.
    

Da Betanzos a Bruma km 27,9

Lasciamo il nostro bellissimo albergue al mattino presto; per le scale incontriamo il piccolo gruppo di tre persone: li abbiamo battuti! Noi già in movimento, loro ancora con lo spazzolino in mano! Nei loro occhi lo sconforto: l'albergue di Bruma è ancora più piccolo di quello di Pontedeume. In verità anche noi siamo un po' preoccupati perché sappiamo che non riusciremo ad arrivare per primi: i km sono troppi! Ma Barbara ha già provveduto e, complice il nostro contabile, che conosce anche discretamente lo spagnolo, ha provveduto a prenotare un hotel a due km da Bruma!
  Così iniziamo la terza tappa tranquilli, sapendo che il posto branda è assicurato.
Oggi i boschi la fanno da padroni: giù per un sentiero, su per un sentiero in un continuo saliscendi che presenterà il suo conto non solo al nostro arrivo, ma anche prima. Ma ancora non lo sappiamo e quindi sereni e contenti andiamo avanti immersi in un verde dirompente, sentierini ricchi di fiorellini, grappoli di campanelle viola che oscillano vezzosi. I racconti si intrecciano, le preoccupazioni per l'ultima salita si confondono con i giochi enigmistici irrisolti.
  Attraversiamo minuscoli centri sperduti tra gli eucalipti. Le chiesette con il doppio campanile non possono salutarci perché sono chiuse. Panchine solitarie invitano a sedersi ma non possiamo fermarci. Nel buio del bosco, increduli, troviamo un bar aperto ed accogliente la Meson Museo. Pronti via, facciamo una super merenda perché è quasi l'ora del pranzo! Chiacchierando fittamente perdiamo il sentiero e, proprio oggi che dobbiamo fare un mare di chilometri, ne aggiungiamo almeno due camminando fin troppo sull'asfalto. Fortunatamente un'auto ci segnala che siamo in direzione sbagliata! Ripercorriamo i nostri passi e recuperiamo il cammino.
L'azzurro si intravede tra le foglie di esili tronchi che sfidano, altissimi, il cielo. Sui tratti asfaltati, il sole è forte e caldo. Nel pomeriggio sentiamo il peso della fatica e la scomodità degli zaini. Le fonti di acqua scarseggiano e ci scambiamo le bottigliette in attesa di poterle riempire nuovamente. L'ultima salita ci attende tra un bosco e l'altro. A Begondo troviamo il ristoro di un bar e la necessità di un intervento per bucare le bolle! Così, sul tavolino all'aperto compaiono magicamente l'ago il disinfettante ed il filo!  Una di noi che ha sempre camminato senza problemi, questa volta è martoriata dalle bolle; abbiamo perso il conto di quante ne abbia. Barbara imperturbabile, inforcati gli occhiali, interviene prontamente!
Ma ora non possiamo più tergiversare, dobbiamo andare avanti. Dal bar spunta il gruppetto dei tre che, salutando velocemente, si avvia a passo di marcia verso la salita: non sanno che non abbiamo la stessa meta!
  Dopo l'ardua salita, faticosa perché giunge dopo più di 20 km, dobbiamo ancora camminare per altri otto di brevi ma continui saliscendi.
  Eccoci, al fine siamo giunti, tra distese di pascoli e campi coltivati, al nostro ricovero. Assetati, sotto il sole, siamo presi dai brividi di freddo. Nelle stanzette lillipuziane, troviamo l'energia per una doccia ed il bucato. La cena, preparata solo per noi in una grande sala, ritempra la risata che parte spontanea dopo il primo sorso di vino tinto!
Il male ad una gamba fa apparire il cerotto colorato sapientemente applicato da una di noi che di fasciature se ne intende!
  Ma c'è un altra bolla che richiede l'intervento di Barbara. In un clima di risata contagiosa, sommessa e  irrefrenabile, si sceglie la stanza delle ragazze, la più grande. Ma la persona che deve essere operata è la più fifona del gruppo. Starnazzando e ridendo, chiama tutti a raccolta, distesa sul letto chiede aiuto per essere tenuta. La stanza si affolla: chi le tiene una mano, chi le prende una gamba, chi le parla dolcemente; ma lei non vuole saperne! Si divincola, allunga il piede per non farselo prendere, in tre cercano di bloccarla, Barbara la guarda negli occhi con sguardo severo, lei tentenna ma deve cedere. Addentando la propria mano, spernacchia per non sentire il dolore dell'ago che trafigge la bolla di dimensioni...microscopiche, talmente infinitesimali che non si può neanche lasciare dentro il filo! Finito? Di già? Ma non ho sentito nulla!! Qualcuno, dal ridere, lo giuro, aveva le lacrime agli occhi!!!


Da Bruma a Siguerio 24 km

  Il vento freddo del giorno prima ha portato con sè la nebbia fitta e gelida. Spunta qualche cappellino sapientemente nascosto nello zaino. Le giacche leggere si coprono di impalpabili goccioline. Il paesaggio svanisce dietro il grigio velo di acqua. Le costruzioni basse appaiono sbiadite. I capelli delle ragazze, che non hanno voluto coprirsi, sono bagnati come sotto la doccia. Le frecce gialle si svelano lentamente, anche le chiacchiere sembrano sommesse.
 Il passo è sereno, siamo in leggera discesa. Nel nulla che ci avvolge giungiamo in un posto irreale, Ardemil: un Santiago gigante ci attende insieme ad un magnifico horreo, un dinosauro in pietra ed ad una ruota di ferro enorme sulla quale c'è un mezzo agricolo. Alla fontana riempiamo la borraccia.
  Il sole però si fa strada inesorabilmente e lentamente sospinge la nebbia.
Anche oggi abbiamo prenotato un hostal. A Siguerio l'albergue non è ancora aperto.
 Le chiesette continuano a rimanere chiuse e noi ci fermiamo in tutti i bar aperti che troviamo. Ormai tutti hanno un bel sello da farci apporre per testimoniare il nostro passaggio. Facciamo colazione ed ecco il solito gruppettino di tre che sguscia dal bar!
  Ancora boschi fitti di eucalipti. Sentieri immersi nel verde. Fiorellini colorati.
Uno stano rumore ci attrae...dietro una recinzione, nel centro di Ordes, un paesino assopito, un pavone ci ha sentiti arrivare, aprendo a ruota la sua splendida coda!
    Avvistiamo un magnifico cruciero nel paesino di A Rua, che nasconde un altro ristoro: boccadillos per tutti. Due di noi, nei camioncini ambulanti che vendono frutta, hanno comprato un'intera cassa di ciliegie: fantastico!
   Quando riprendiamo la camminata nel bosco ogni tanto qualcuno si addentra solitario...che sia a causa delle ciliegie?
   Siamo partiti presto e il sole che ormai splende, affatica il passo. La schiena, le bolle, le gambe si fanno sentire. L'ultimo tratto è fuori dal bosco, meglio approfittare di un albero  e della sua prodigiosa ombra per fare una pausa e raccontare qualche barzelletta ancora inedita.
   Giungiamo a Siguerio nel primo pomeriggio e ognuno cerca di riposare nelle stanzette che ci attendono.
  La cittadina è di passaggio e non c'è molto da visitare per un pellegrino affaticato.
Dal ponte che dovremo attraversare il giorno seguente, però, si scorgono delle strane alghe. Sono lunghe, verdi, folte inframmezzate da qualche minuscolo fiorellino bianco. Ondeggiano sinuose al passaggio della corrente leggera che le scuote dolcemente; sembrano i capelli di una principessa intrappolata in un incantesimo da un terribile orco furioso che vuole tenerla per sé. I minuscoli fiori bianchi indicheranno al principe la strada per liberarla!
    

Da Siguerio a Santiago de Compostela 16,7 km

   Dobbiamo alzarci prestissimo, se riusciamo a prendere la compostela entro le dieci e trenta, verremo nominati nella messa di mezzogiorno dedicata ai pellegrini.
   Non a tutti interessa ma si rispettano con straordinaria attenzione le persone che ci tengono.
   Iniziare a camminare nel buio del mattino si lega al ricordo degli innumerevoli chilometri estivi percorsi sul cammino francese. L'alba è il momento più affascinante.
Il cielo si tinge dei colori tenui dell'arcobaleno, le luci dei centri abitati si sfumano, i campanili delle chiesette si stagliano bui contro il rosa del cielo limpido.
   Ci addentriamo nel bosco fresco ed umido. Accanto agli eucalipti si vedono querce, pini e ginestre.
   Siamo risoluti, vogliamo arrivare, possiamo arrivare: è un sogno iniziato alla cena per gli auguri di Natale, anzi no, è iniziato quasi per scherzo sulla panchina di pietra, seduti al freddo ad aspettare il trenino, una domenica pomeriggio al rientro di una delle nostre tappe sulla via francigena: ...e se andassimo a Santiago?
Gli occhi che si illuminano, la speranza che si accende... si può, forse,  almeno progettare...
- Se mi dite che ci siete, ci proviamo!
- Ci siamo!

Ed ora siamo a qualche chilometro...i ricordi vicini e lontani si affollano: le camminate, la neve, i preparativi, gli imprevisti...ma fortunatamente un bar ci riporta alla realtà prosaica di una splendida colazione: caffè e brioche!
   Siamo alla periferia di Santiago, descritta come terribile ma in fondo non così brutta. Le conchiglie incastonate sui marciapiedi ci guidano. Passo dopo passo, in una mattina che si è coperta di nuvole ci avviciniamo verso la meta. Ci sorpassano gruppetti di pellegrini che sono più veloci, ma noi vogliamo arrivare insieme!
  Le strade diventano via via meno periferiche, i viali lasciano il posto alle stradine di pietra; i negozietti si susseguono sempre più fitti, gli zaini anche.
  Ci aspettiamo, acceleriamo, ci aspettiamo nuovamente.
Ormai manca pochissimo, siamo anche in orario...verremo nominati nella messa di mezzogiorno: 17 pellegrini da Ferrol, Biella, da Italia! Proprio noi!
Ancora avanti...ci guardiamo, sorridiamo...ancora qualche viuzza, pochi passi, dovremmo proprio essere vicini...ci contiamo... ci siamo tutti, uno accanto all'altro, rallentiamo, vogliamo Barbara e Gianni davanti, sono loro che ci hanno trasportato in questa esperienza. Loro vogliono come sempre stare con noi, insieme... ...fermi! Aspettiamo...pronti...avanziamo...a gruppetti ci teniamo per mano...vediamo la piazza...è proprio lì! L'emozione sale, gli occhi diventano lucidi, siamo stati bravi, bravissimi, stiamo per arrivare...siamo per mano...correndo, sorridendo, gridando, piangendo entriamo felici nella piazza! 
   Giunti al centro ci abbracciamo e ci baciamo: siamo arrivati! 
Fiorella





A Ferrol appena usciti dall'albergo, finalmente si parte!


Tutta la parte vecchia della città ha queste tipiche case con i bovindo (balcone chiuso e sporgente dalla facciata di un edificio)


Dopo mezz'ora buona raggiungiamo il KM 0 , dove inizia il Cammino Inglese.


Le prime ore sono dedicate all'aggiramento di un grande golfo. Però Ferrol è interessante.




 












Per la prima volta entriamo in un bosco di eucalipti.



La Digitale Purpurea è diffusissima nei boschi e lungo tutti i sentieri.



Accaldati e stanchi arriviamo a Pontedeume.

Molto diffusi i peperoncini fritti, "pimiento"


Ultime luci a Pontedeume

Sontuoso horreo nel giardino dell'albergo.
La raccolta delle fragole di bosco è una faccenda seria.






Fiore misterioso






Risate e proteste dopo uno scherzo feroce e affettuoso.




Una delle frequenti soste per rifornirsi d'acqua.

Stupendo campo di cipolle !!

Cavallo e Maiale. 








Aperitivo prima di una memorabile cena




Dal bovindo dell'ultimo piano scende una musica a riempire la piazza, è impossibile non ballare.





Fiori misteriosi e fantastici

Anche nei prati la digitale. 




Gocce di rugiada sulle foglie giovani di un eucalipto.

Cani in tutti i cortili, sempre alla catena.









Le ginestre sono spesso enormi, fino a sei sette metri d'altezza.

Tipico attraversamento dei ruscelli irrigui.

Meglio prevenire...

La stakanovista della colazione

Al mattino una bella nebbia ci avvogle per una mezz'ora.




Sui gusti non si discute

Una limaccia su un fiore di Angelica Arcangelica

Latte al vitello


Siamo o non siamo in Galizia? !

Il pavone fronteggia questa strana anatra...Per spaventarla fa vibrare tutte le penne, con un rumore indefinibile e minaccioso.

... proviamo dall'alrra parte...

E' incredibilmente bello, guardate quel ciuffetto che spunta sulla testa! 



Sosta frugivora,  qualcuno compra una cassetta di ciliege e poi banane...



E si riparte ...



Altra sosta sotto un albero, fa molto caldo.


Non si sa perchè, ogni tanto si fanno queste cose...

Macchina diabolica "raccoglie" gli enormi eucalipti.



Ho contato gli anelli di tre tronchi simili per dimensione. Quello di Quercia avena circa 45 anni, quello di Pino circa 30, quello di Eucalipto 15 o sedici !!
Gli eucalipti vengono coltivati principalmente per fare carta. 
Pisolino prima di cena

Piante acquatiche, da favola.





L'apposizione del "sello" sulle credenziali


Partenza prima dell'alba, dobbiamo arrivare a Santiago per tempo.


Le nostre tracce insieme, effimere. Ben più durevole sarà il ricordo di queste giornate dentro di noi.


L'entrata in Santiago


L'attesa della Compostela, l'attestato del Cammino Inglese.






Santiago Matamoros


Nessun commento:

Posta un commento

Lascia un commento: