Castellengo - Masserano (GTB) 6/03/16

Il percorso è vario e abbastanza interessante, tocca alcuni posti che meriterebbero un approfondimento.
In verità non abbiamo rispettato integralmente il percorso della GTB, evitando còsì un lungo tratto su strada sterrata e asfaltata. Inoltre ci siamo fermati a Masserano perchè l'ultimo tratto che porta a Brusnengo l'avavamo già fatto nell'autunno.
Giornata feddina, ma poi è migliorata e si è visto anche il sole. 


Bella e imponente nella piana la chiesa di San Vincenzo.



Il guado sul Cervo, a Castelletto Cervo.




  La bella chiesa di Castelletto Cervo è dedicata a San Tommaso Becket
  Londra 1118 - Canterbury 1170.
  
  Un avviso esposto nella chiesa parla della vita di Tommaso:

Quattro cavalieri armati picchiano alla porta della cattedrale. Cercano l'arcivescovo, che è presso l'altare e ordina di aprire. Lo vogliono uccidere? Che entrino. E' il martedì 29 dicembre 1170, ultimo giorno di vita per Tommaso Becket, arcivescovo di Canterbury.
  Una vita da leader, energico e colto. Figlio di un mercante francese, studiò a Parigi, Oxford e Londra, ed entrò nel clero di Canterbury con funzioni di arcidiacono (non era sacerdote). Nel 1152 il ventiduenne Enrico II, nuovo re d'Inghilterra, lo fece cancelliere del regno, con il compito di rafforzare il potere regio sulla grande nobiltà. Dura impresa, ma Becket era l'uomo giusto, non fallì. E nel 1161 Enrico lo volle arcivescovo di Canterbury, contro il parere degli altri vescovi, per un preciso disegno: questo suo cancelliere, diventando anche capo della Chiesa d'Inghilterra, poteva assoggettare alla corona la nobiltà da un lato e il clero dall'altro. 
  Ma lui, consacrato vescovo, si dimise da cancelliere, proprio per tutelare - come aveva detto lealmente al sovrano - l'indipendenza della Chiesa. E invece Enrico ne voleva il controllo. Due logiche di governo ormai si scontravano, incarnate nelle loro forti personalità. Si venne alla rottura quando Tommaso Becket diede e poi ritirò l'adesione a un documento regio sui rapporti con la Chiesa: accusto di spergiuro, fuggì in Francia e vi rimasee sei anni.
  Neppure Papa Alessandro III riuscì a farlo recedere: ottenne solo che lui e il re si incontrassero, scambiandosi gesti di stima. Ma l'amicizia non potè rinascere. 
  Tornato in Inghilterra, Tommaso Becket riprese a battersi. Non accettava compromessi, scomunicando anche vescovi e personaggi vicini al re. E questi, in una delle sue crisi di furore, fu sentito gridare : " Chi mi libererà da questo prete turbolento? ". Non c'è alcuna prova che lo volesse morto. Ma quattro cavalieri galopparono a Canterbury. In episcopio chiesero a Becket di ritirare le scomuniche. Lui rifiutò, poi decise di andare ai vespri in cattedrale. E fece aprire la porta.
  Eccoli ora di fronte. Con l'arcivescovo è rimasto un solo clerico. Scintillano le spade: vuoi annullare quelle scomuniche? Un sì lo salverebbe, ma Tommaso dice no. Una spada lo colpisce al capo, le altre finiscono l'opera, poi i quattro fuggono e la chiesa si riempie di fedeli piangenti sull'arcivescovo morto. 
  Nel 11723, Papa Alessandro III lo proclamerà santo. E re Enrico andrà in pellegrinaggio alla sua tomba. 


Eccoci al pimo guado.


Un tratto particolarmente ripido

Pranzo al sacco sotto una grande quercia, fa freddino anzichenò. 

Poche, nelle pozze, le uova di rana dalmatina.


Secondo guado, anzi è un ponte naturale fatto da due acacie cadute. 



Terzo guado, il Genio pontieri si è messo all'opera e in pochi minuti ha approntato questo ponte assolutamente ecologico.













  

Facciamo un salto indietro nel tempo da 3 a 7 milioni di anni fa. Al posto della pianura avremmo avuto dinanzi un vasto mare e in questo punto delle colline biellesi ci saremmmo probabilmente trovati in una bella spiaggia al bordo di un golfo stretto tra falesie rocciose.
Si può infatti immaginare che il mare di quel periodo entrasse con una serie di profondi fiordi nel massiccio delle rocce cristalline che formano le colline e le montagne biellesi. Una serie di insenature, di golfi, di spiagge si trovavano al posto degli attuali rilievi collinari, ai confini con la pianura di Masserano, Brusnengo, Cossato, Candelo etc.. Siamo nel Pliocene ultimo perido dell'era terziaria o cenozoica, appena prima dell'inizio dell'attuale era, la quaternaria o neozoica. 
Dell'antico mare pliocenico, delle sue spiagge e dei suoi fondali, sono rimaste sabbie giallastre, argilla grigia (come qui lungo l'Osterla), che hanno inglobato vari residui della fauna e della flora di quel periodo : i fossili.
Si tratta di conchiglie di molluschi, ma anche di resti di pesci, come squali, o residui vegetali, come conifere ed equiseti. Numerosi sono i fossili di molluschi che si possono rinvenire sul fondale del torrente, imprigionati nell'argilla grigia o incastonati in solidi ammassi. 
Turritella, Ostrea, Pecten sono i nomi di alcuni dei generi che possono essere osservati. Le loro belle conchiglie dalle forne a cono o a spirale, allungate oppure appiattite, arricchiscono il letto del torrente con la loro presenza che emerge da un tempo lontano. 
I fossili sono utili ai fini della paleogeografia ossia lo studio del paesaggio del passato. I cosiddetti "fossili guida" sono utili a stabilire la datazione degli strati in cui si trovano, poichè si tratta di organismi vissuti in un intervallo relativamente breve di tempo e quindi permettono di effettuare precise correlazioni cronologiche. 
I "fossili di facies" sono invece organismi tipici di un ben definito ambiente (mare, litorale, acqua dolce, ecc) per cui attraverso il loro rinvenimento si possono fare ipotesi sulla geografia del passato di un certo luogo.
Comunque, attenzione! Proprio per la loro importanza, osservate i fossili ma non raccoglieteli! Sarebbe un grave danno di carattere scientifico, culturale, e per l'ambiente.






Arrivo al Principato di Masserano ,  info Qui
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