Lausanne - Villeneuve 7-8/10/16

Il sogno verso Canterbury

Da Losanna a Vevey km 21

Abbiamo ripreso a sognare! Insieme, uniti, per iniziare il lungo cammino verso Canterbury.
Ripensiamo a quel lontano ottobre di tre anni fa, quando, senza alcuna convinzione, abbiamo iniziato il percorso verso Roma, terminato nel giugno scorso. Era lo stesso periodo, lo stesso week end di inizio ottobre...
Anche adesso non osiamo sperare, i chilometri sono troppi e il tempo per camminare è sempre troppo poco perché lavoriamo, per gli impegni familiari, per chi fa parte di un coro, per gli imprevisti...ma non potremo mai mettere il timbro della cattedrale di Sigerico se non proviamo almeno ad iniziare.
Eccoci allora! Pronti come sempre a partire con lo zaino verso la nostra prima tappa.
   Sembra che abbiamo le idee confuse su come fare il percorso, in realtà c'è sempre una logica.
Dobbiamo percorrere il tragitto da Bourg St. Pierre verso nord, in direzione del Regno Unito, ma preferiamo iniziare da Losanna e dirigerci verso Villeneuve! Non è un capriccio, l'inizio  di ottobre è il periodo ideale per vedere i colori dei vigneti, così partiamo da Losanna e ritorniamo indietro verso l'Italia, solo per poter essere più vicini alle nostre case quando, domenica pomeriggio, dovremo tornare indietro.
 La difficoltà del camminare solo nei weekend è quella di dover raggiungere il luogo dal quale partire che, man mano, si allontana sempre di più, per  poi dover rientrare da un posto ancora più lontano, tutto sempre in tre giorni...
La via Francigena si può percorrere sia verso Roma che verso Canterbury perciò, per agevolare il rientro, inizieremo da Losanna e poi cammineremo in direzione di Roma, anche se la nostra meta finale è l'Inghilterra; prima o poi ci gireremo nella direzione di marcia giusta. L'importante è cominciare! Nei prossimi appuntamenti colmeremo la distanza tra Villenueve e Bourg St. Pierre, luogo da cui ebbe inizio il nostro pellegrinaggio verso Roma.
 Ma ora siamo pimpanti e pronti per partire dal nostro secondo solito posto di ritrovo, quello dei più giorni. Siamo in tredici, pochi pensionati, il resto “giovani” (l'età media è altina, ma...) lavoratori.
Partiamo con tre camper per risparmiare tempo e denaro. Ci dirigiamo verso Vevey dove, nonostante la stagione, c'è ancora un campeggio aperto.  Da lì domani prenderemo un treno che ci porterà a Losanna per timbrare la credenziale in cattedrale ed iniziare il percorso verso Vevey!
  Abbracci felici di ritrovarsi e poi via, verso il passo del Gran San Bernardo che è ancora aperto.
Mentre guardiamo il sentiero, i ricordi di quella fatidica tappa ritornano alla mente e si colorano dei sentimenti di tutti, della fatica di alcuni e delle risorse infinite che possiede un gruppo unito che  cementa l'affiatamento.
 Scolliniamo e scendiamo verso una Svizzera poco autunnale, ancora rigogliosa di verde.
Le giornate si accorciano e sul far della sera, con le luci che illuminano l'asfalto grigio, svoltiamo nel nostro campeggio...deserto! Solo roulotte ferme nel tempo, cristallizzate nelle loro posizioni. Alcuni nastri separano delle zone dove ci sono dei lavori: terra smossa, assi di legno per superare piccoli fossi, attrezzi lasciati nel riposo del fine settimana. La serata, a dispetto degli alberi ancora carichi di foglie estive, è fredda, ma sicuramente i bagni saranno caldi, altrimenti... Altrimenti andremo in bagni gelidi, con l'aria che si infila scherzosa dalle fessure!
Fa freddo e le lasagne, preparate dalla New Entry dell'ultimo tragitto verso Roma, devono riscaldarsi; così decidiamo di prendere un aperitivo fuori. Fuori dove? Fuori dai camper, sul tavolo che Barbara ha fatto apparire magicamente e sul quale si è già riversato ogni genere di stuzzichino. L'appetito lo portiamo sempre con noi, non si sa mai... così, tra un bicchiere e l'altro, il freddo non si sente più e le lasagne giungono per suggellare l'appartenenza al gruppo della nuova star della lasagne e del suo compagno, provetto cuoco anche lui!
  Dopo il dolce, la tisana ed il caffè siamo pronti per augurarci buona notte e per entrare al riparo degli abitacoli.
 La differenza tra chi è abituato al camper e chi invece no è notevole: i primi super organizzati si muovono di profilo come in un affresco egizio, gli altri inciampano e sbattono dovunque aspettando di muoversi a traffico alternato! Sembra quasi un gioco: tutto viene fuori per incanto e sparisce velocemente per far posto a qualcos'altro. Nel buio attutito dalle piccole luci, il respiro dei primi che si addormentano culla come una nenia quelli che indugiano ad ascoltare i propri pensieri. Ogni movimento si trasmette e, se ti giri a poppa, lo sentono anche a prua! Un'altalena gigante e silenziosa che dondolando invita ad addormentarsi.
  Verso  mattino sentiamo uno dei camper che si muove e qualcuno pensa che si sia dovuto spostare dalla posizione esposta al vento che, nel frattempo, si è alzato nella notte. Solo al risveglio sapremo che due di noi sono stati accompagnati alla stazione per rientrare in Italia a causa di imprevisti. Siamo preoccupati e dispiaciuti;  in serata sapremo che fortunatamente non è accaduto nulla di grave.
 Al mattino ci alziamo che è ancora buio; il vento impetuoso non è freddo, scuote le chiome degli alberi, frusciando tra le foglie. L'alba lentamente rischiara le ombre e gli alberi appaiono nella loro fierezza come maestosi ombrelloni chiusi sul  finire dell'estate.
 Siamo rimasti in undici e ci comporteremo da veri stranieri: sbaglieremo la strada per raggiungere la stazione più di una volta! Il treno per Losanna però riusciamo a prenderlo e, giunti in città, dopo una bella sgroppata per le sue salite, troviamo la cattedrale. Bellissima! All'interno le volte gotiche ci fanno comprendere che è proprio vero: siamo in cammino! L'organo suona una musica trascinante. Il timbro ed il librone dei pellegrini sono lì, a portata di tutti! Vicino vi è un piccolo altare fatto con  un tavolinetto, sul quale le conchiglie e l'immagine di Santiago de Compostela confermano che siamo all'inizio della nostra nuova impresa.
Usciamo e, dopo un caffè carissimo e veloce, con le credenziali timbrate, possiamo intraprendere il nostro cammino!
  Il percorso costeggia il lago; la città ha i ritmi lenti del sabato. Ripensiamo a Ferrol, al cammino inglese, in Spagna, al lunghissimo tragitto che seguiva la rias... E' bello camminare e vedere l'acqua sulla quale si riflette un cielo ancora incerto. La riva opposta non si vede, potrebbe quasi essere mare. Anse, barche, piante ed alberi osservano i nostri passi. Case e palazzi d'epoca si alternano a case e palazzi moderni, giardini e parchi ci introducono a paesini dal sapore provenzale: siamo nella svizzera francese e tutto è squisitamente presentato.
 Giunti in prossimità di un castello, pieghiamo verso il tanto atteso cammino nelle vigne: il sole ci regala caldi riflessi dorati che illuminano i grappoli d'uva bianca rendendoli trasparenti. Sui grappoli neri, la luce infittisce le zone scure tra gli acini.
 Un panino un po' ostico, anche se preparato con dedizione al mattino, rende comunque la sosta tra i filari piacevole. Appena il tempo di permettere alle nuvole di oscurare il lago.
 Camminiamo ammirando i terrazzamenti a strapiombo; per agevolare la raccolta dell'uva, vi sono delle piccole ma lunghissime cremagliere: un trenino in miniatura che trasporta su e giù per le ripide sponde cassette di uva dolcissima! Come facciamo a sapere che è dolce? Beh, per intuito!
Nelle ville padronali, si aprono, a volte, delle distillerie e l'odore acre del mosto stuzzica l'idea di acquistare una bottiglia da bere insieme a cena. Ma al momento la strada da fare è ancora parecchia.. Lo strano sortilegio della via Francigena si incarna nuovamente e, mentre il sole rende tiepido il percorso, serpeggia l'idea di aver fatto solo un terzo della tappa anziché averne macinato oltre la metà. Uno di noi ha una cartina nella quale purtroppo è inequivocabile: siamo lontani più di qualche vigneto dal campeggio. Barbara però ci rassicura: siamo a  circa due ore  dal bagno gelido. E' ora di fare una pausa: caffè e coca-cola per ritemprare le coscienze; carissimi! Come fai a fare il pellegrino in certe situazioni?!
 Via, ritroviamo la grinta e, mentre il cielo accoglie un vento freddo e tenebroso, imbocchiamo un sentiero in cemento tra filari di vigneti ancora da vendemmiare. Il verde ed il giallo delle foglie giocano con il grigio e l'azzurro del cielo che si specchiano nelle placide acque del lago. La promenade si arricchisce di gente del luogo che cammina lenta nel riposo del pomeriggio, chiacchierando serena; alcune di noi cantano, in perfetto italiano, i più bei successi amarcord della nostra gioventù! Cantando cantando, giungiamo all'ultimo chioschetto utile per comprare una buona bottiglia di vino bianco da dessert!
  Doccia caldissima al freddo e, ancor prima che la sera si delinei all'orizzonte, nel tepore dei camper, divisi dal vento impetuoso che fa gemere le foglie, consumiamo un pasto rigenerante, preparato a casa e riscaldato a puntino. Uno di noi fa la spola, portando le pietanze affinché tutti possano assaggiarle. Per il dolce e il brindisi con il vinello svizzero, ci riuniremo tutti in un unico camper! Barzellette e storielle...Sembra l'una di notte ma sono solo le nove e mezza quando decidiamo che è giunta l'ora di andare a dormire! Ma così presto? Cos'altro vuoi fare con questo vento freddo; due passi??!!!
Il sonno, in silenzio, rapisce ogni sguardo.

Da Vevey a Villeneuve km 14 scarsi
La colazione è arricchita dalla marmellata fatta in casa e dall'enorme caffettiera magica che continua a versare un eccellente caffè bollente. Il campeggio confina con un porticciolo nel quale ondeggiano sommesse le barche ormeggiate. Anche qui il cantiere ha sbancato piramidi di sabbia e ghiaia, che nella luce argentata del mattino sembrano morbidi coni lunari.
  Spostiamo i camper alla stazione di Villenueve, così, appena arrivati, potremo ripartire alla volta dell'Italia. Un caldissimo treno, puntualissimo, ci aspetta e ci porta a Vevey per riprendere il cammino.
La giornata è molto fredda ed il lago è metallizzato dalle nuvole grigie che si riflettono. Sciarpe, fasce ed i nostri piumini colorati scambiano impressioni con le aiuole ricche di fiori variopinti.
 Il percorso è tutto su asfalto e costeggia il lago, si interrompe solo per far posto ai giardini privati delle ville sontuose. In alcuni punti ci sono delle spiaggette invitanti e forse, in un altro periodo, ne avremmo magari approfittato per fare un bagnetto.
Ci avviciniamo alla sfavillante città di Montreux, conosciuta anche per l'annuale festival di musica jazz. Pur nella grigia giornata, il lungolago, affollato di scuri cappottini invernali, è festante di piante ed alberi, palme e cedri, aiuole multicolori e palazzi di dimensioni grandiose. Grand Hotel e Palace Hotel nuovi ed antichi si affacciano con le persiane color crema. Piccole tende gialle ed arancioni spiccano come canditi sulle bianche facciate di meringa. Lo sguardo si attarda sulle sculture di metallo che inneggiano alla musica: note musicali, strumenti, cantanti, gruppi orchestrali e suonatori insieme con ballerine. Statue di compositori e di cantanti si alternano alle “macchine di inerzia” anch'esse a motivo musicale che si susseguono accompagnandoci all'uscita della città. Ogni tanto vi è anche un minuscolo porticciolo che ospita piccoli natanti a vela e motore, tutti rigorosamente coperti da teli cerati. Due cigni che si immergono con il lungo collo nell'acqua, mostrando il candido colore delle loro piume, ci ricordano che siamo sul lago!
 Il freddo non accenna a diminuire mentre il vento, ogni tanto, fa balenare un raggio di sole filtrato tra le nuvole. Consumiamo il panino, preparato  per tutti con maestria al mattino, in una piccola baia dalla quale, sotto il profumo dei pini, si vede il castello che occupa la piccola penisola che si insinua nell'acqua. Appena il tempo di far saltare qualche ciottolo sull'acqua e vediamo apparire un grande battello che sembra entrare nel castello, sparendo alla nostra vista.
 Ma è tempo di riprendere il cammino. Veloci, sospinti dal freddo, giungiamo alla stazione e, prima di ingranare la marcia, gustiamo ancora un caffè bollente. Si parte e, nel tepore, qualcuno sonnecchia. Un leggero velo di tristezza appanna i nostri sguardi; sempre, quando dobbiamo separarci, abbiamo il timore di non poter riprendere i nostri passi. Così iniziamo a pensare a quale trigomiro fare per poter ripartire. A come incastrare gli impegni di tutti. Ecco che contiamo chilometri ed ipotizziamo tappe e percorsi, con camper o senza, in inverno o in estate. Progettare ci ricarica anche se è Barbara, insieme con Gianni, a pianificare ed organizzare.
 Quando ci salutiamo ci diamo appuntamento al solito posto ma non alla solita ora!
 
Nefertiti, al secolo Fiorella.
Vento gelido al colle del Gran san Bernardo

La cena nel campeggio sul lago a Vevey

Enorme sequoia a Vevey

...spiritosi gli svizzeri !


Il lungo avvicinamento alla stazione ferroviaria



Verso la cattedrale di Lausanne



Finalmente si comincia a camminare lungo il lago



Pranzetto improvvisato tra i vigneti





I paesaggi sono vastissimi, spazii enormi tutti urbanizzati metro per metro, decisamente troppo.












Come resistere ad un chiosco che vende vino !

Le macchine fantastiche di Montreux

Forchetta

Queste due strane boe a punta sono in realtà due cigni

Irresistibili i giochi per bambini !





La statua impressionante di Freddy Mercury, a Montreux





Ultime foto al bellissimo castello sul lago


 

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