Garlasco – Mortara - Robbio ?
Il cammino al tempo del COVID-19
Quando alcuni anni fa percorremmo questo tratto della via
Francigena, eravamo in pochi, la metà dei soliti 15 o più.
Questa volta l’idea era di ripercorrere queste tappe per
dare la possibilità, a chi volesse del gruppo, di colmare la lacuna.
Un’idea nata già in tempi non sospetti, forse metà gennaio.Ma bisogna tener presente che a febbraio è iniziata anche in Italia l'epidemia di Covid-19, una grande zona intorno a Lodi è dichiarata "zona rossa", non si entra e non si esce. In tutta la Lombardia vigono misure restrittive su spostamenti e attività varie.
Per organizzare la camminata Barbara ha fatto il solito
esercizio di rigore e fantasia. Distanze, treni, orari, quanti sono e da dove
arrivano i partecipanti, possibilità di accoglienza, tempi di percorrenza, in auto, a piedi, dove timbrano le
credenziali, fa freddo, fa caldo, sacchi
a pelo sì o no..… Questi sono i principali ingredienti con i quali preparare la
torta, e poi bisogna telefonare, verificare disponibilità, costi, menù,
colazioni. E questa volta abbiamo anche dovuto passare il Rubicone del dubbio,
il Covid-19 ci ha tenuti in forse per un po’.
La fattibilità migliore questa volta ci fa marciare indietro
allontanandoci da Roma, ma siamo guidati da una fede incrollabile, quantomeno nel cammino, e rotti a
tutte le esperienze, o quasi.
Ad arricchire il menu di passi stavolta abbiamo la visita alla Basilica di S. Andrea a Vercelli, Barbara ha contattato una guida turistica, sarà certo interessante.
Bene, si parte, caffè all’Angolo a Carisio, punto di convegno,
lasciamo le auto a Robbio, vicino alla stazione, non troppo vicino, sennò è
troppo facile. Treno poco affollato ma si sta al calduccio. Come viatico a Garlasco ci concediamo un caffè, non al banco ma seduti sparsi, come detta la
moda recente. La campagna è spoglia, debilitata dopo quest’inverno senza pioggia, ha
l’aspetto di uno che ha dormito male. Passiamo per un po’ a fianco di un grande
canale, forse le ultime propaggini del grandioso Canale Cavour, ma è vuoto e triste.
Arriviamo a Tromello che è ora di mangiare, nella piazzetta intorno alla
fantasiosa fontana di granito ci raccogliamo per il pranzo al sacco. Un vispo ottuagenario
raccoglie le credenziali e ce le riporta poco dopo timbrate. Ripartiamo raggiunti
poco dopo dal provvidenziale ottantenne in velocipede che ci guida sulla
retta (si fa per dire) via, che qui non è del tutto segnata. Avanti ancora e la
campagna si fa sempre più nuda e vasta, per chilometri e chilometri non ci sono
fattorie, pochissimi anche gli uccelli trampolieri, qualche rara tana di nutria, poche tracce di animali, nient’altro. Il danno delle colture estensive al paesaggio qui è molto evidente, unica consolazione la presenza di enormi e lussureggianti pioppi. Arriviamo alla Abbazia di S.Albino, che segue l’ultima moda ed è
chiusa, però la stanca guardiana ci timbra le credenziali. Non possiamo
rivedere l’originale dipinto con la Madonnina che scioglie i nodi. Altri tre
chilometri e siamo in centro a Mortara. Albergo, doccia, birra, lauta cena in un’ottima pizzeria. Piatti saporiti e abbondanti, prezzo contenuto. Ma è
molto strano il dessert, alquanto indigesto, servito attraverso i media, dice che la Lombardia è
chiusa da questa notte, non si può uscirne, e noi siamo in Lombardia.
Incredulità, bufala? Non bufala. Domani si cammina? Non si cammina, ok. Dormiamo
qui e domani col primo treno andiamo a recuperare le auto, alle sette, e poi a
casa. Ok? Non ok, rincariamo la dose, torniamo subito, neanche il tempo di fare
il chilo. Così come abbiamo condiviso la pizza a metro, nel tempo di uno
schiocco di dita condividiamo la decisione, siamo o non siamo un bel gruppo? Ma
le auto sono a Robbio, l’ultimo treno parte alle 9:46. I tre autisti, con un Fiorellino,
volano in stazione che è a pochi passi. Il treno non ha binario, e dire che ce
ne sono tanti, come mai? Tutto chiuso. Poi il fascinoso, e sveglio, Fiorellino
fa colpo su un ferroviere di passaggio che ci informa che non c’è il treno ma
il pullman. E con il pullman arriviamo a
Robbio alla stazione. D’un balzo ritroviamo le auto (anche se altri dicono mezz’ora
di ricerca per le vie deserte di Robbio ) e torniamo a Mortara. Recuperiamo gli
altri, fuga nella notte, guida veloce fino al cartello che annuncia la provincia
piemontese di Novara, rallentiamo. A mezzanotte e mezza siamo tutti a casa. Ci spiace
rinunciare al cammino di domani, alla visita alla basilica di S. Andrea, ma dobbiamo prepararci alle
prossime settimane. Inizia un sentiero nuovo, sconosciuto, e non c'è nessuno che
possa organizzarci il cammino.
Madonna della Bozzola, a pochi chilometri da Garlasco
Arriviamo a Tromello, due notevoli campanili
A Tromello
Abbazia di Sant'Albino
Per organizzare la camminata Barbara ha fatto il solito esercizio di rigore e fantasia. Distanze, treni, orari, quanti sono e da dove arrivano i partecipanti, possibilità di accoglienza, tempi di percorrenza, in auto, a piedi, dove timbrano le credenziali, fa freddo, fa caldo, sacchi a pelo sì o no..… Questi sono i principali ingredienti con i quali preparare la torta, e poi bisogna telefonare, verificare disponibilità, costi, menù, colazioni. E questa volta abbiamo anche dovuto passare il Rubicone del dubbio, il Covid-19 ci ha tenuti in forse per un po’.
Incredulità, bufala? Non bufala. Domani si cammina? Non si cammina, ok. Dormiamo qui e domani col primo treno andiamo a recuperare le auto, alle sette, e poi a casa. Ok? Non ok, rincariamo la dose, torniamo subito, neanche il tempo di fare il chilo. Così come abbiamo condiviso la pizza a metro, nel tempo di uno schiocco di dita condividiamo la decisione, siamo o non siamo un bel gruppo? Ma le auto sono a Robbio, l’ultimo treno parte alle 9:46. I tre autisti, con un Fiorellino, volano in stazione che è a pochi passi. Il treno non ha binario, e dire che ce ne sono tanti, come mai? Tutto chiuso. Poi il fascinoso, e sveglio, Fiorellino fa colpo su un ferroviere di passaggio che ci informa che non c’è il treno ma il pullman. E con il pullman arriviamo a Robbio alla stazione. D’un balzo ritroviamo le auto (anche se altri dicono mezz’ora di ricerca per le vie deserte di Robbio ) e torniamo a Mortara. Recuperiamo gli altri, fuga nella notte, guida veloce fino al cartello che annuncia la provincia piemontese di Novara, rallentiamo. A mezzanotte e mezza siamo tutti a casa. Ci spiace rinunciare al cammino di domani, alla visita alla basilica di S. Andrea, ma dobbiamo prepararci alle prossime settimane. Inizia un sentiero nuovo, sconosciuto, e non c'è nessuno che possa organizzarci il cammino.
Madonna della Bozzola, a pochi chilometri da Garlasco |
Arriviamo a Tromello, due notevoli campanili |
A Tromello |
Abbazia di Sant'Albino |