Viverone - Santhia (VF) 6/4/14

Viverone - Santhia km 16,6

Siamo al solito posto ma non alla solita ora e qualcuno è ovviamente in ritardo!
Pazienza dimenticare le credenziali, ma il libretto della macchina bisognava proprio tornare indietro a prenderlo...
Ci contiamo, ci siamo tutti? No, siamo di più! ... '?!?'  Anche oggi ci sono visi nuovi pronti e, loro sì, puntuali per percorrere la tappa che ci aspetta. C'è anche Tequila con noi! Tequila? Tranquilli  è il cane delle nostre guide! Manca di nuovo la nostra maratoneta che, mentre noi affronteremo mollemente sedici km, correrà per 12!  Speriamo le arrivi la nostra ammirazione ed il nostro tifo: bravissima!
La giornata splendida si riflette nei colori estivi delle magliette e nelle gambette pallide che spuntano dai primi pantaloncini corti.
  La nostra guida ci esorta a rinviare i saluti a Viverone, perché è da lì che inizierà il nostro cammino, ma siamo indisciplinati e ci abbracciamo calorosamente anche con i visi nuovi che qualcuno conosce già. Pazienza! Oggi è così che andrà; l'importante è stare insieme!
  Conta e riconta, riusciamo a sbagliare e alla fine, quando quasi tutti sono partiti per il lago, ci accorgiamo che le macchine per Santhià sono poche; uno di noi farà il doppio giro: prima a Viverone a lasciare il suo equipaggio e poi andrà a Santhià a recuperare gli autisti che hanno lasciato lì le loro auto per il ritorno...Ma abbiamo fretta? Cosa penseranno di noi i visi nuovi? Disorganizzati!  Per così poco? Pazienza...!
  La giornata è bella ed i km sono pochi.
Dopo un bel po' riusciamo finalmente a ricompattarci a Viverone. C'è chi si è alzato prestissimo ed ha già potato la siepe, qualcuno è  vestito con multi strati di indumenti caldissimi perché ci aspetta da ore e c'è chi ha già fatto un tragitto a piedi per raggiungerci...
Pronti, via! Si parte! Ma no, fermi! Dove andate? Già, la foto! Ma ecco che arriva il sindaco. Il Sindaco? Ma non leggete le mail?!  Quale sindaco? Quel sindaco! Quel sindaco?! Si, proprio lo stesso che ci era venuto incontro all'arrivo a Viverone quest'inverno! Ci aprirà e spiegherà due delle chiese più antiche: la chiesa di S. Rocco, squisito esempio di barocco  piemontese che ha un'acustica ritenuta ottima per le esibizioni corali e la chiesa di S. ___________.
Tra di noi c'è chi raglia in un coro e la nostra guida ,sapendolo, sorride punzecchiandola con la racchetta. Quando entriamo in chiesa, mentre gli altri seguono il sindaco in un piccola ala laterale appartata, convinta di non essere sentita, si avvicina all'altare e a voce bassissima intona uno degli ultimi e difficili brani che sta studiando; così, solo per provare l'acustica... Un canto lieve si diffonde, facendo pensare a qualcuno che il sindaco abbia preparato  
un cd.
  All'uscita si sente il rombo delle racchette che mordono il freno ticchettando sull'asfalto, impazienti di affrontare la traversata della bassa piemontese... Ma...non abbiamo ancora finito, c'è l'altra chiesa!
  "Non sapevo che ci avrebbero accolto ed aperto questi siti". "Bello, vero?" "Sì, bello! Pensavo solo di camminare." " Interessante davvero!"
  Adesso però è ora di salutare il nostro affabile cicerone e di iniziare a sgambettare. Foto!
Ma la colazione? Oggi non la facciamo?  Ricordate il ragazzo che sempre quest'inverno all'ingresso di Viverone ci era venuto incontro annunciandoci che nella biblioteca ci aspettavano te e caffè caldi? Ebbene è un amico dei cammini e a Roppolo ci ha preparato, presso il B&B Villa Emilia, un'ottima merenda: caffè, acqua frizzante e fresca, biscotti, pane e marmellata preparata dalla stessa padrona di casa. L'accoglienza è come sempre genuinamente gentile. Sembra di arrivare da amici. E' una persona che ha viaggiato molto e che ha raccolto da tutte le parti del mondo oggetti di ogni tipo, che ha appeso alle pareti tappezzandole di colori , specchi, vimini,  
terrecotte, tende e tessuti, che rendono gli ambienti caldi ed accoglienti. Le tazzine  variopinte sono disposte in armonia sopra una tovaglia ecrù intagliata. Non vuole nulla in cambio, ma noi, abituati ad un mondo in cui tutto è diabolicamente monetizzato, non riusciamo a non lasciare qualcosa per tacitare la nostra educazione.  
Il ragazzo dei cammini ci dirà che avrà il suo bel da fare a motivarle la nostra offerta. Anche lui, quando giungeremo alla sua sede, ci regalerà l'ologramma di Sigerico ed in cambio non vorrà nulla perché, ci spiega, se lo facesse per denaro non sarebbe più spontaneo e divertente. Anche lui era ad aspettarci a Viverone per accompagnarci per un tratto e spiegarci della destinazione di una villa antica, molto bella, con il giardino di inverno, che è stata regalata al Comune da un'anziana signora. Nella sede de "I movimenti" di Cavaglià, più tardi, ci chiederà solo di firmare su di un grande foglio appeso alla parete la testimonianza del nostro passaggio.
Siamo forse persone importanti? Ci offrono la colazione, ci chiedono le nostre firme, ci illustrano i tesori delle loro terre...in cambio di cosa? Di pubblicità? Sembra veramente strano. Abbiamo forse perso il senso della condivisione? Chi di noi ha fatto il cammino di Santiago o quello di S. Francesco sa che ci sono gli ospitaleros che, gratuitamente, danno il loro tempo per gestire i rifugi. Sono persone straordinarie che accolgono, chiacchierando in lingue  
diverse, le più disparate, tutti i pellegrini che si presentano, offrendo la loro disponibilità e la loro conoscenza con serena semplicità verso persone che vedono per poche ore e che non rivedranno mai più. Anche la nostra guida ed il suo compagno non vogliono niente. Organizzano, telefonano, scrivono, chiamano, fotografano, prendono l'auto, brigano, esortano, aiutano in una  
atmosfera di vicinanza sincera.
   Ma ora è proprio arrivato il momento di partire e in uno sferragliare di racchette, caricati dalla voglia di camminare e dal caffè iniziamo, all'alba delle undici e mezza, a macinare i km che ci separano dalla nostra meta.
      Un'arietta leggera muove i prati fioriti, l'erba verde brillante inzuppa di colore l'orizzonte celeste, gli alberi salutano con le foglioline appena spuntate. Come le illustrazioni dei sussidiari, i colori si rincorrono dal giallo dei ranuncoli, all'azzurro dei nontiscordardime, al lilla e rosa dei piccoli  
fiorellini che avvolgono in una  tenero abbraccio i bordi del sentiero.
      Chiacchierando allegramente riprendiamo i nostri discorsi interrotti la volta precedente come se ci fossimo lasciati solo il giorno prima. Ancora qualcuno con le scarpe nuove che vuole testarle prima della trasferta dei tre giorni che ci attende a breve, qualche incertezza da chiarire su quanti saremo e cosa metteremo nello zaino.  
"Niente da fare, ho provato e riprovato oggi sono già a cinque kg e mezzo"  
" Possibile? Cosa hai messo?" " Ma niente di speciale" "Mi aiuti? prima di partire controlliamo insieme?" "Ok, contaci".
    Sono già le tredici e quindici ed un gradone all'ombra, imbottito di muschio, a ridosso di una costruzione, diventa il nostro sedile ideale per consumare il pranzo al sacco!
   Allineati e coperti veniamo contati definitivamente e siamo la bellezza di ventisei!! Avete idea di cosa si possa tirare fuori da ventisei zainetti agili  
e leggeri preparati per un breve percorso? Di tutto! Pizza, volauvent, antipasto, aringhe, frutta secca, cioccolata, cous-cous, cinque torte e ben due bottiglie di prosecco incredibilmente ancora fresco per festeggiare degnamente il compleanno di uno di noi: Auguri!
  Preme solo fare notare che la maggior parte di queste prelibatezze è preparata appositamente in quantità tali da poter essere offerte! E quasi tutti ci sacrifichiamo liberamente per poter onorare l'impegno delle cuoche; quasi tutti, perché c'è una sola persona che, pur preparando dolci per tutti caricandoli sulle proprie spalle, mangia solo barrette!| Barrette! Sì, barrette! Ma dolci e salate! Ah, allora... Novità assoluta: la pizza è stata preparata per tutti dal più giovani dei ragazzi: bravo, è ottima!
  Fatte le foto di rito, siamo pronti per gli ultimi km.
  In alcuni punti i rami che si toccano da una parte all'altra del sentiero ci accolgono rinfrescandoci. Gli alberi di ciliegie e di amarene sono carichi di fiorellini bianchi, i ciliegi giapponesi sono rosa e, mentre passiamo, il vento sfoglia i petali in una nevicata leggera e calda che inonda l'aria prima di posarsi soave sul sentiero.
   Ormai stiamo per arrivare, ma le nostre guide ci hanno riservato ancora una sorpresa: all'ingresso di Santhià veniamo accolti dal gestore del rifugio che quest'inverno ci aveva apposto il timbro sulla credenziale e che ci aveva accompagnato per un tratto della nostra tappa più lunga. Anche lui ha per noi un piccolo dono: un sacchettino di tulle con la lavanda ed il disegnino di Sigerico da mettere o attaccare allo zaino.
Siamo nella piazza del paese ad aspettare che il gruppo degli autisti recuperi le auto e ci venga a riprendere. Sosta al bar per la coca di routine. Qualcuno indugia su di una panchina godendosi l'ombra. 
Salutiamo due di noi che hanno gli zaini già pronti per ripercorrere, a partire dalla prossima settimana, un pezzo del cammino di Santiago fino a Finisterre: Buen Camino!
  In macchina lo sguardo indugia sulle nuvolette bianche che si addensano sulle montagne ancora coperte di neve; la temperatura è decisamente aumentata e sembra ormai quasi estate. Le guance arrossate dal freddo dell'inverno lasciano il posto alle gote aranciate dal sole: le tappe del nostro cammino ci hanno tenuto compagnia dall'inizio dell'autunno rallegrando la stagione più severa dell'anno.
  Attenti: la prossima volta non è al solito posto e neanche alla solita ora!!
(Fiorella)

Marcello, con il Sindaco di Viverone, ci hanno mostrato due "gioielli" del paese : la chiesa di san Rocco e la chiesetta del cimitero, di cui vediamo l'interno di grande effetto per la struttura e per la luce.


A Cavaglià, presso la sede del Movimento Lento, raccogliamo il timbro delle credenziali. 

Verso l'una .. questo lungo muretto all'ombra sembra fatto per noi...





Omaggio ai fiori di ciliegio che oggi ci hanno illuminato il cammino

Mario,  che cura l'ostello di Santhia,  ancora una volta ci viene incontro sul cammino. La sua cortesia e disponibilità non hanno confini.


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