IL CAMMINO INGLESE
Ci siamo, più increduli che
felici! Non osavamo sperare, eppure ci siamo! Abbiamo prenotato i biglietti
aerei a febbraio, con l'assicurazione: nessuno di noi era certo di partecipare.
Contrattempi, malanni, imprevisti, concerti...una vera e propria congiura! Ma
eccoci, più felici che increduli! Incredibilmente puntuali, talmente in
anticipo che quelli che arrivano puntuali sembrano in ritardo!!
Gli equipaggi delle tre auto sono già
formati, basterebbe mettersi in macchina e partire ma prima bisogna mettere i
bastoncini nella sacca che la super arzilla mamma di Barbara ha confezionato
appositamente per noi: grazie; è bellissima!
Trambusto:
- Mettiamo anche i coltellini,
le forbicine ed i taglia unghie!
- Le confezioni di liquidi?
- Certo! Visto che
imbarchiamo la sacca della super nonna, evitiamo eventuali problemi
all'imbarco!
- Le barrette? Le cioccolate?
- Tutto, svelti!
Via, le auto rombano e si parte! C'è chi ha
lavorato fino ad un minuto prima e tiene gli occhi chiusi, chi mangia (di già?),
chi ha chiesto un giorno in più di ferie per essere pronto, chi parla a voce
alta e concitata per la felicità, chi guarda la strada sulla mappa (vorrai mica
perderti sull'autostrada che porta a Bergamo..?!) e chi, calmo e serafico,
guida!
Saliamo sull'aereo: in coda sulla
scaletta, i visi splendono allegri! Abbiamo posti vicini e lontani, per un po'
chiacchieriamo, camminiamo e ridiamo, poi qualcuno riesce a dormire un po'.
Arriviamo a Santiago; sono gia le otto di
sera ma la il sole è ancora alto; l'aeroporto è piccolo e pieno di zaini che
arrivano e partono.
Barbara ha organizzato ogni
cosa e siamo attesi da un ragazzo con un cartello: c'è un pulmino tutto per noi
che ci porterà direttamente a Ferrol.
Sull'autobus guardiamo il paesaggio: è quasi
estate! Tutto è verde, rigoglioso e fiero! Un pacchetto di tarallini spunta
pieno e scompare vuoto.
Siamo in diciassette: molte coppie, pochi da
soli. Non c'è ostello, siamo in una pensione (Hostal, prego, siamo in
Spagna!!!). Primo timbro sulla credenziale! Le stanze sono da tre e solo una da
due. Come fare? Due dei tre russatori insieme (l'altro, pur essendo di naso
potente, non vuole esser disturbato nel suo assolo dal concerto per tenori
degli altri due, preferisce farsi ascoltare dagli altri!!!); poi tutti divisi:
donne con donne e uomini con uomini! Il divertimento è assicurato.
Presto: apriamo la sacca
della nonna e poi veloci a cenare: pulpo alla gallega, pimientos, vino bianco,
rosso e birra.
Da Ferrol a Pontedeume Km
29,7
Al mattino la sveglia è presto perché ci sono
circa 30 km fino a Pontedeume.
Partiamo prima che l'ufficio
preposto ci possa timbrare le credenziali. Il cammino inizia nella zona del
porto dal molo Curruxerias, dove un majon indica il km 0. Un po' sperduto,
neanche tanto ben segnalato, troviamo il cippo di partenza e facciamo la foto
che documenterà il nostro inizio.
Camminiamo rumorosi per la
città addormentata! Fortunatamente non abbiamo troppo tempo e quindi non
possiamo fotografarla tutta; ma gli occhi osservano rapiti tanta bellezza. E'
stata proposta patrimonio dell'umanità e noi possiamo ammirarla!
E' una città sospesa tra la spumeggiante
cultura mediterranea e la rigorosa serietà inglese: balconi di ferro battuto,
stucchi, vetrate, porte colorate con il battente in ottone; un miscuglio
equilibrato ed elegante.
Finito il centro iniziamo a
costeggiare la rìa, l'estuario profondo, che costeggia il mare calmo, azzurro e
splendente. (Avremmo potuto saltarlo facendo il ponte che in soli 11 km ci
avrebbe portato a Pontedeume, ma via, che pellegrini saremmo stati?).
Camminiamo a passo svelto; il percorso è in
piano; è sabato e le auto sono ancora profondamente pigre. La luce è serena, il
verde delle piante si esalta nel colore del cielo limpido.
Per chi ha gia fatto il cammino francese
verso Santiago in estate, giallo ed assolato, vedere il mare che accompagna i
propri passi è suggestivo: lo sguardo non si stacca dal placido celeste che li segue.
Arriviamo allo splendido monastero di San
Martin de Xubia dove apponiamo il sello e dove ci invitano a visitare il
minuscolo borgo. Non possiamo rifiutare tanta gentilezza e poi è talmente
piccolo e bello...Salutiamo e riprendiamo il cammino sotto un cielo dai mille
passaggi di nuvole.
Ma ragazzi, siamo a metà percorso: i
boccadillos ci chiamano! A ridosso di un prato appena tagliato, un furgoncino,
nel paese di Neda, promette (e mantiene) prosciutto, birra, formaggio,
insalata, coca cola, la toilette nel rifugio appena costruito ed il sello
(timbro imprescindibile per attestare che non abbiamo saltato la ria!!!). Il
nostro mazzetto di zaini colorati spicca sul prato all'ambra di un frondoso
albero. Qualcuno, un po' biricchino, vorrebbe mettere, di nascosto, una pietra
nello zaino di uno di noi! Qualcun altro, altrettanto biricchino, fa da palo
ma...vince il buon senso, accidenti!
Si riparte, Pontedeume è ancora lontana ed
il rifugio, piccolo, non si può prenotare!
Prima di entrare in città
attraversando un lunghissimo ponte antico, abbiamo costeggiato la lussureggiante
spiaggia di sabbia dorata a ridosso della quale vi è la pineta: praia Magdalena.
Camminiamo da nove ore ma il sole è ancora alto nel cielo. L'ostello (da ora in
avanti anche Albergue, sempre perché siamo in Spagna...) come prevedevamo non
può ospitarci tutti, non solo perché ha solo venti posti, nove dei quali già
occupati; ma anche perché la regola vuole che si dia il posto a chi arriva. Noi
siamo arrivati alla spicciolata. Il nostro velocista ha fatto uno scatto in
avanti, ma la truppa era a circa venti minuti: non ci avrebbero aspettato
comunque. Un dispiacere, ma un dispiacere, dopo tutti questi km, sembrano quasi
due dispiaceri...!!! Ci sarà un altro posto per dormire: è una città! Ma
guarda, sono così dispiaciuto che andrei a dormire in questo hotel a tre stelle
proprio qui, vicino all'ostello!! Spettacolare! C'è anche una camera doppia per
chi festeggia proprio oggi l'anniversario di matrimonio! Urrà!!!
Doccia, bucato, aperitivo offerto dagli
sposi e poi cena! Ancora troppi passi e
finiamo in una friggitoria menzionata su internet: piatti giganteschi, fritti
al momento, attesa secolare, birra e vino fanno da intrattenitori, gli sposi
girano fra gli invitati: applausi, baci a richiesta, sguardi spagnoli
increduli, risate a manetta!
Se speravi di dimagrire lungo il cammino,
hai sbagliato! Qui si onorano le specialità del posto, in barba al menù del
pellegrino!
Dobbiamo salutarci, non ci vedremo fino al
mattino seguente quando faremo colazione tutti in albergo, anche gli ospiti
dell'albergue. Non possiamo lasciarci così. Due passi sono da escludere, ma due
barzellette, anche quelle che conosciamo già, anzi proprio perché le vogliamo
riascoltere, non possiamo negarcele.
Nella luce violetta del tramonto che illumina
le barche ormeggiate libere nell'insenatura, ci abbracciamo. La nostra prima
giornata sul cammino inglese è stata una favola: buonanotte!
Ma chi dorme in albergo, non ha orario di
rientro! Un gelato, dopo tutto quel fritto, al limone, per carità, è ciò che ci
vuole per ascoltare un gruppo che con violini e fisarmoniche canta
"Granada" in un bar!
Il mattino seguente i racconti si sprecano.
Siamo stati lontani poche ore e dobbiamo raccontare tutto su chi russava, sui
bagni dell'albergue, su quelli dell'hotel, sui letti a castello, sui lettini ed
insomma, purtroppo dobbiamo continuare camminando...
Da Pontedeume a Betanzos km
20
La tappa di oggi è breve, poco dislivello e
la compagnia del mare ancora per qualche tratto.
I sentieri si snodano nei boschi di eucalipto,
le ginestre fiorite festeggiano il nostro passaggio. Il gruppo, già da ieri, ha
preso la sua forma allungata consueta. Chi è davanti ha ingaggiato una lotta
acerrima con uno sparuto gruppetto di sole tre persone che viaggiano più veloci
di noi. Gli albergue sono molto piccoli e noi, un grande gruppo di 17, mettiamo
paura, non solo perché ridiamo a crepapelle, ma soprattutto perché rischiamo di
lasciare gli altri senza posto! Ma a noi piace scherzare. Così sproniamo la
nostra testa di serie a camminare ancora più velocemente per battere il
gruppetto! Lei non aspetta altro e corre in avanti, lanciata verso l'albergue,
sola al comando! Dietro una curva del sentiero, sorridente, la troviamo che ci
aspetta!
La giornata diventa via, via più grigia.
Nella cittadina di Mino troviamo un panificio aperto! E' domenica e non ci
speravamo! Compriamo con la cassa comune ogni specialità ancora disponibile, dopo
di noi può chiudere, non c'è quasi più nulla. La signora ci regala anche la
coca cola e una torta! Più avanti c'è un supermercato e compriamo yogurt, pane,
frutta, formaggio e prosciutto. Finita la salita ci concederemo una pausa.
La chiesetta di San Pantaleon de las Vinas ospita
la Prima Comunione di un gruppo di bambini vestiti in immacolati abiti da
cerimonia. Dobbiamo aspettare che la
messa termini per apporre il sello sulle credenziali. Ottimo motivo per
mangiare ingannando l'attesa.
Si riparte! Nel bosco, gli eucaliptiti
sono diversi da quelli che siamo abituati a vedere da noi. Hanno il tronco
sottile, altissimo, i rami pieni ma poco
folti. A terra è pieno di foglie. Il nostro costruttore di bastoni ha già
rifornito chi ne aveva bisogno del bordone appropriato. Ora cammina ed osserva,
illustra a chi è vicino a lui questa e quella pianta dal nome impronunciabile,
si ferma a raccogliere foglie, e, complice la necessità di aspettare chi
cammina con minor lena, pone la domanda fatidica: Destra o sinistra?
Il quesito è imbarazzante,
sappiamo che il nostro gruppo è eterogeneo; vi è rappresentato tutto l'arco costituzionale.
Perché buttarla in politica e rischiare? Ci guardiamo un po' frastornati,
stiamo per avanzare le nostre indomite convinzioni (tra l'altro in alcune
regioni italiane si vota...), quando ecco che ci viene proposto il quesito
completo: Perché alcune foglie di eucalipto sono curve verso destra ed altre
sono curve verso sinistra?
Nel frattempo il gruppo si è
ricompattato e possiamo proseguire alla volta della nostra prossima tappa!
Acceleriamo leggermente perché le nuvole si
stanno addensando. Arriviamo all'albergue ed abbiamo una stanza tutta per noi; per
stare tutti insieme chiedono ed ottengono di poter aggiungere due materassi per
terra. Grazie di essere così naturalmente preziosi!
Solita doccia, bucato e chiacchiere da un
letto all'altro! Chi chiede una crema, chi fascia un piede, chi buca bolle, chi
tira fili per stendere, chi cerca di dormire, chi legge la tappa appena fatta,
chi quella successiva, chi prova la sua nuova e rumorosa coperta da dieci grammi (vorrai mica tenerci tutti svegli
con questo rumore da carta di cioccolatino!?!)...
Visita della città. Ma è
domenica e nella chiesa di S. Francisco c'è ancora la possibilità di assistere
alla messa. Il gruppo si divide con sincera vicinanza: alcuni ascolteranno,
altri cercheranno un posto dove cenare. Al termine appuntamento in piazza
Hermanos Garcia Naveira. Intanto una pioggia fitta ed ostinata ha iniziato a
scendere senza tregua. In chiesa ci chiedono se vogliamo assistere alla messa.
La suora laica che si rivolge a noi è stata a lungo a Roma, parla un perfetto
italiano e familiarizza subito, dandoci piccole pacche sulle spalle. E' una
cantante che deve dirigere i brani durante la messa, ma è senza voce e la
giovane suora che dovrebbe sostituirla, ha fatto sapere che non verrà: pregate per me!
All'uscita, ci aspettano prendendo
l'aperitivo offerto proprio da Barbara. Oggi è il suo compleanno ed abbiamo
comprato di nascosto una torta nel panificio incontrato al mattino. E' tutto il
giorno che senza fare la minima piega una di noi la porta con disinvoltura nel
suo zaino! Bravissima, grazie!
Chi non ha assistito alla messa ha trovato
un localino dove cucinano il baccalà. Di domenica, in questa stagione che è
ancora poco affollata, non è facile trovare aperto. Non abbiamo capito se il
posto dovesse chiudere ed abbia tenuto aperto solo per noi, o cosa bene sia
successo, fatto sta che eravamo gli unici avventori, che abbiamo mangiato
benissimo, che abbiamo potuto intonare tutti gli auguri che abbiamo voluto, che
la nostra velocista ci ha tenuti allegri con le sue parodie, che ci hanno dato
una candelina da mettere sulla torta che avevamo portato e che abbiamo potuto
ridere tranquilli senza timore di disturbare. Magnifico!
Il cielo è tornato asciutto ed abbiamo fatto
un giretto nelle piazzette vicino al nostro ostello. Vi era un tipo che
affacciato alla finestra sulla piazza deserta, lucida di pioggia, ascoltava
musica a tutto volume; noi abbiamo iniziato a ballare... fortunatamente i
rifugi hanno un tassativo orario di chiusura e siamo andati a nanna!
Sempre lei, la nostra velocista, quando le
luci della camera erano spente, al chiarore che entrava dalle finestre, ci ha
raccontato una storia per farci addormentare.
La notte è trascorsa serena e tutti hanno
potuto riposare in attesa della tappa del giorno successivo, forse la più
impegnativa.
Da Betanzos a Bruma km 27,9
Lasciamo il nostro bellissimo
albergue al mattino presto; per le scale incontriamo il piccolo gruppo di tre
persone: li abbiamo battuti! Noi già in movimento, loro ancora con lo
spazzolino in mano! Nei loro occhi lo sconforto: l'albergue di Bruma è ancora
più piccolo di quello di Pontedeume. In verità anche noi siamo un po'
preoccupati perché sappiamo che non riusciremo ad arrivare per primi: i km sono
troppi! Ma Barbara ha già provveduto e, complice il nostro contabile, che
conosce anche discretamente lo spagnolo, ha provveduto a prenotare un hotel a
due km da Bruma!
Così iniziamo la terza tappa tranquilli,
sapendo che il posto branda è assicurato.
Oggi i boschi la fanno da
padroni: giù per un sentiero, su per un sentiero in un continuo saliscendi che
presenterà il suo conto non solo al nostro arrivo, ma anche prima. Ma ancora
non lo sappiamo e quindi sereni e contenti andiamo avanti immersi in un verde
dirompente, sentierini ricchi di fiorellini, grappoli di campanelle viola che
oscillano vezzosi. I racconti si intrecciano, le preoccupazioni per l'ultima
salita si confondono con i giochi enigmistici irrisolti.
Attraversiamo minuscoli centri sperduti tra gli
eucalipti. Le chiesette con il doppio campanile non possono salutarci perché
sono chiuse. Panchine solitarie invitano a sedersi ma non possiamo fermarci. Nel
buio del bosco, increduli, troviamo un bar aperto ed accogliente la Meson
Museo. Pronti via, facciamo una super merenda perché è quasi l'ora del pranzo! Chiacchierando
fittamente perdiamo il sentiero e, proprio oggi che dobbiamo fare un mare di chilometri,
ne aggiungiamo almeno due camminando fin troppo sull'asfalto. Fortunatamente
un'auto ci segnala che siamo in direzione sbagliata! Ripercorriamo i nostri
passi e recuperiamo il cammino.
L'azzurro si intravede tra le
foglie di esili tronchi che sfidano, altissimi, il cielo. Sui tratti asfaltati,
il sole è forte e caldo. Nel pomeriggio sentiamo il peso della fatica e la
scomodità degli zaini. Le fonti di acqua scarseggiano e ci scambiamo le
bottigliette in attesa di poterle riempire nuovamente. L'ultima salita ci
attende tra un bosco e l'altro. A Begondo troviamo il ristoro di un bar e la necessità di un intervento per bucare le
bolle! Così, sul tavolino all'aperto compaiono magicamente l'ago il disinfettante
ed il filo! Una di noi che ha sempre
camminato senza problemi, questa volta è martoriata dalle bolle; abbiamo perso
il conto di quante ne abbia. Barbara imperturbabile, inforcati gli occhiali, interviene
prontamente!
Ma ora non possiamo più
tergiversare, dobbiamo andare avanti. Dal bar spunta il gruppetto dei tre che,
salutando velocemente, si avvia a passo di marcia verso la salita: non sanno che
non abbiamo la stessa meta!
Dopo l'ardua salita, faticosa perché giunge
dopo più di 20 km, dobbiamo ancora camminare per altri otto di brevi ma
continui saliscendi.
Eccoci, al fine siamo giunti, tra distese di
pascoli e campi coltivati, al nostro ricovero. Assetati, sotto il sole, siamo
presi dai brividi di freddo. Nelle stanzette lillipuziane, troviamo l'energia
per una doccia ed il bucato. La cena, preparata solo per noi in una grande
sala, ritempra la risata che parte spontanea dopo il primo sorso di vino tinto!
Il male ad una gamba fa
apparire il cerotto colorato sapientemente applicato da una di noi che di
fasciature se ne intende!
Ma c'è un altra bolla che richiede
l'intervento di Barbara. In un clima di risata contagiosa, sommessa e irrefrenabile, si sceglie la stanza delle
ragazze, la più grande. Ma la persona che deve essere operata è la più fifona
del gruppo. Starnazzando e ridendo, chiama tutti a raccolta, distesa sul letto
chiede aiuto per essere tenuta. La stanza si affolla: chi le tiene una mano,
chi le prende una gamba, chi le parla dolcemente; ma lei non vuole saperne! Si
divincola, allunga il piede per non farselo prendere, in tre cercano di bloccarla,
Barbara la guarda negli occhi con sguardo severo, lei tentenna ma deve cedere.
Addentando la propria mano, spernacchia per non sentire il dolore dell'ago che
trafigge la bolla di dimensioni...microscopiche, talmente infinitesimali che
non si può neanche lasciare dentro il filo! Finito? Di già? Ma non ho sentito
nulla!! Qualcuno, dal ridere, lo giuro, aveva le lacrime agli occhi!!!
Da Bruma a Siguerio 24 km
Il vento freddo del giorno prima ha portato
con sè la nebbia fitta e gelida. Spunta qualche cappellino sapientemente
nascosto nello zaino. Le giacche leggere si coprono di impalpabili goccioline.
Il paesaggio svanisce dietro il grigio velo di acqua. Le costruzioni basse
appaiono sbiadite. I capelli delle ragazze, che non hanno voluto coprirsi, sono
bagnati come sotto la doccia. Le frecce gialle si svelano lentamente, anche le chiacchiere sembrano sommesse.
Il passo è sereno, siamo in leggera discesa.
Nel nulla che ci avvolge giungiamo in un posto irreale, Ardemil: un Santiago
gigante ci attende insieme ad un magnifico horreo, un dinosauro in pietra ed ad
una ruota di ferro enorme sulla quale c'è un mezzo agricolo. Alla fontana
riempiamo la borraccia.
Il sole però si fa strada inesorabilmente e
lentamente sospinge la nebbia.
Anche oggi abbiamo prenotato
un hostal. A Siguerio l'albergue non è ancora aperto.
Le chiesette continuano a rimanere chiuse e
noi ci fermiamo in tutti i bar aperti che troviamo. Ormai tutti hanno un bel
sello da farci apporre per testimoniare il nostro passaggio. Facciamo colazione
ed ecco il solito gruppettino di tre che sguscia dal bar!
Ancora boschi fitti di eucalipti. Sentieri
immersi nel verde. Fiorellini colorati.
Uno stano rumore ci
attrae...dietro una recinzione, nel centro di Ordes, un paesino assopito, un
pavone ci ha sentiti arrivare, aprendo a ruota la sua splendida coda!
Avvistiamo un magnifico cruciero nel
paesino di A Rua, che nasconde un altro ristoro: boccadillos per tutti. Due di
noi, nei camioncini ambulanti che vendono frutta, hanno comprato un'intera
cassa di ciliegie: fantastico!
Quando riprendiamo la camminata nel bosco ogni
tanto qualcuno si addentra solitario...che sia a causa delle ciliegie?
Siamo partiti presto e il sole che ormai
splende, affatica il passo. La schiena, le bolle, le gambe si fanno sentire.
L'ultimo tratto è fuori dal bosco, meglio approfittare di un albero e della sua prodigiosa ombra per fare una
pausa e raccontare qualche barzelletta ancora inedita.
Giungiamo a Siguerio nel primo pomeriggio e
ognuno cerca di riposare nelle stanzette che ci attendono.
La cittadina è di passaggio e non c'è molto
da visitare per un pellegrino affaticato.
Dal ponte che dovremo
attraversare il giorno seguente, però, si scorgono delle strane alghe. Sono lunghe,
verdi, folte inframmezzate da qualche minuscolo fiorellino bianco. Ondeggiano
sinuose al passaggio della corrente leggera che le scuote dolcemente; sembrano
i capelli di una principessa intrappolata in un incantesimo da un terribile
orco furioso che vuole tenerla per sé. I minuscoli fiori bianchi indicheranno
al principe la strada per liberarla!
Da Siguerio a Santiago de
Compostela 16,7 km
Dobbiamo alzarci prestissimo, se riusciamo a
prendere la compostela entro le dieci e trenta, verremo nominati nella messa di
mezzogiorno dedicata ai pellegrini.
Non a tutti interessa ma si rispettano con
straordinaria attenzione le persone che ci tengono.
Iniziare a camminare nel buio del mattino si
lega al ricordo degli innumerevoli chilometri estivi percorsi sul cammino
francese. L'alba è il momento più affascinante.
Il cielo si tinge dei colori
tenui dell'arcobaleno, le luci dei centri abitati si sfumano, i campanili delle
chiesette si stagliano bui contro il rosa del cielo limpido.
Ci addentriamo nel bosco fresco ed umido.
Accanto agli eucalipti si vedono querce, pini e ginestre.
Siamo risoluti, vogliamo arrivare, possiamo
arrivare: è un sogno iniziato alla cena per gli auguri di Natale, anzi no, è
iniziato quasi per scherzo sulla panchina di pietra, seduti al freddo ad
aspettare il trenino, una domenica pomeriggio al rientro di una delle nostre tappe
sulla via francigena: ...e se andassimo a Santiago?
Gli occhi che si illuminano,
la speranza che si accende... si può, forse,
almeno progettare...
- Se mi dite che ci siete, ci
proviamo!
- Ci siamo!
Ed ora siamo a qualche
chilometro...i ricordi vicini e lontani si affollano: le camminate, la neve, i
preparativi, gli imprevisti...ma fortunatamente un bar ci riporta alla realtà
prosaica di una splendida colazione: caffè e brioche!
Siamo alla periferia di Santiago, descritta
come terribile ma in fondo non così brutta. Le conchiglie incastonate sui
marciapiedi ci guidano. Passo dopo passo, in una mattina che si è coperta di
nuvole ci avviciniamo verso la meta. Ci sorpassano gruppetti di pellegrini che
sono più veloci, ma noi vogliamo arrivare insieme!
Le strade diventano via via meno
periferiche, i viali lasciano il posto alle stradine di pietra; i negozietti si
susseguono sempre più fitti, gli zaini anche.
Ci aspettiamo, acceleriamo, ci aspettiamo
nuovamente.
Ormai manca pochissimo, siamo
anche in orario...verremo nominati nella messa di mezzogiorno: 17 pellegrini da
Ferrol, Biella, da Italia! Proprio noi!
Ancora avanti...ci guardiamo,
sorridiamo...ancora qualche viuzza, pochi passi, dovremmo proprio essere
vicini...ci contiamo... ci siamo tutti, uno accanto all'altro, rallentiamo,
vogliamo Barbara e Gianni davanti, sono loro che ci hanno trasportato in questa
esperienza. Loro vogliono come sempre stare con noi, insieme... ...fermi!
Aspettiamo...pronti...avanziamo...a gruppetti ci teniamo per mano...vediamo la
piazza...è proprio lì! L'emozione sale, gli occhi diventano lucidi, siamo stati
bravi, bravissimi, stiamo per arrivare...siamo per mano...correndo, sorridendo,
gridando, piangendo entriamo felici nella piazza!
Giunti al centro ci abbracciamo e ci baciamo:
siamo arrivati!
Fiorella
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A Ferrol appena usciti dall'albergo, finalmente si parte! |
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Tutta la parte vecchia della città ha queste tipiche case con i bovindo (balcone chiuso e sporgente dalla facciata di un edificio) |
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Dopo mezz'ora buona raggiungiamo il KM 0 , dove inizia il Cammino Inglese. |
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Le prime ore sono dedicate all'aggiramento di un grande golfo. Però Ferrol è interessante. |
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Per la prima volta entriamo in un bosco di eucalipti. |
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La Digitale Purpurea è diffusissima nei boschi e lungo tutti i sentieri. |
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Accaldati e stanchi arriviamo a Pontedeume. |
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Molto diffusi i peperoncini fritti, "pimiento" |
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Ultime luci a Pontedeume |
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Sontuoso horreo nel giardino dell'albergo. |
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La raccolta delle fragole di bosco è una faccenda seria. |
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Fiore misterioso |
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Risate e proteste dopo uno scherzo feroce e affettuoso. |
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Una delle frequenti soste per rifornirsi d'acqua. |
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Stupendo campo di cipolle !! |
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Cavallo e Maiale. |
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Aperitivo prima di una memorabile cena |
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Dal bovindo dell'ultimo piano scende una musica a riempire la piazza, è impossibile non ballare. |
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Fiori misteriosi e fantastici |
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Anche nei prati la digitale. |
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Gocce di rugiada sulle foglie giovani di un eucalipto. |
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Cani in tutti i cortili, sempre alla catena. |
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Le ginestre sono spesso enormi, fino a sei sette metri d'altezza. |
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Tipico attraversamento dei ruscelli irrigui. |
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Meglio prevenire... |
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La stakanovista della colazione |
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Al mattino una bella nebbia ci avvogle per una mezz'ora. |
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Sui gusti non si discute |
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Una limaccia su un fiore di Angelica Arcangelica |
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Latte al vitello |
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Siamo o non siamo in Galizia? ! |
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Il pavone fronteggia questa strana anatra...Per spaventarla fa vibrare tutte le penne, con un rumore indefinibile e minaccioso. |
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... proviamo dall'alrra parte... |
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E' incredibilmente bello, guardate quel ciuffetto che spunta sulla testa! |
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Sosta frugivora, qualcuno compra una cassetta di ciliege e poi banane... |
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E si riparte ... |
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Altra sosta sotto un albero, fa molto caldo. |
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Non si sa perchè, ogni tanto si fanno queste cose... |
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Macchina diabolica "raccoglie" gli enormi eucalipti. |
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Ho contato gli anelli di tre tronchi simili per dimensione. Quello di Quercia avena circa 45 anni, quello di Pino circa 30, quello di Eucalipto 15 o sedici !! Gli eucalipti vengono coltivati principalmente per fare carta. |
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Pisolino prima di cena |
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Piante acquatiche, da favola. |
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L'apposizione del "sello" sulle credenziali |
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Partenza prima dell'alba, dobbiamo arrivare a Santiago per tempo. |
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Le nostre tracce insieme, effimere. Ben più durevole sarà il ricordo di queste giornate dentro di noi. |
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L'entrata in Santiago |
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L'attesa della Compostela, l'attestato del Cammino Inglese. |
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Santiago Matamoros |
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