Da Giovedi 21 Aprile a Lunedì 25 Aprile 2016
Da Acquapendente a Campagnano di Roma km 120
Eccoci! Finalmente si sente parlare di Roma!!! Roma! Non è
proprio la capitale ma...al termine di questo percorso arriveremo a 40 km da
Roma!
Non sappiamo ancora se essere felici o se sentire già la
nostalgia del progetto che si conclude...ma,
intanto, iniziamo almeno a partire per questa tappa!!!
Alcuni non sono potuti partire subito, ma soltanto il
secondo giorno. Io faccio parte degli sfigati che all'ultimo minuto hanno
dovuto posticipare la partenza. Due giorni prima, zaino strapronto, per un
contrattempo ho scoperto che non ero la sola a non onorare l'appuntamento;
animo! Riorganizzato il tutto: mi
troverò, con i lavoratori incastrati dagli impegni, il giorno seguente a
Firenze!
Firenze?! Cosa c'entra Firenze?
Eh, sì! Siamo nel lungo week and del venticinque aprile e
trovare posto sullo stesso treno degli altri all'ultimo momento è impossibile,
quindi partirò prima di loro e li aspetterò a Firenze, dove prenderemo insieme
il treno per Orvieto!
Venerdì 22 Aprile 2016: Acquapendente - Bolsena
Km 20
Mentre noi saliamo e scendiamo dai treni, sperando che le
coincidenze ci aiutino... gli altri ci inviano foto stupende di un percorso
morbido e breve. Le previsioni dei diluvi, al momento, non si concretizzano.
Era un percorso spettacolare che prevedeva al mattino, prima di iniziare a
racchettare, la visita del Duomo di Orvieto e poi un placido cammino verso Bolsena. Visi lieti, dolci tramonti,
pantaloncini corti, allegre conversazioni...
Nel frattempo noi ci siamo trovati a Firenze, subito, il
tempo di individuare gli zaini impazienti tra la folla dei turisti che vogliono
ammirare la città sull'Arno.
Wow! Siamo contenti e iniziamo a scherzare: facciamo credere
al resto del gruppo, che si sta lentamente avviando verso l'ostello, che
l'appuntamento è sfumato, che una di noi si è persa in chi sa quale
coincidenza. Non abboccano, ma il dubbio feroce che possa essere vero
attanaglia la compagnia. Che fare? Le telefonate si incrociano, ma una foto
chiarisce e rassicura: siamo sullo stesso treno! Affamati! E non vediamo l'ora
di raggiungerli!!!
Dopo l'alta velocità, siamo piombati in una dimensione fuori
dal tempo. Via la tecnologia, le stazioni si susseguono lente, sui volti dei
passeggeri l'attesa di un fine settimana più lungo. Il paesaggio scorre quieto,
sole e tramonto, luce e temporale sulla campagna ormai verde.
Ad Orvieto ci aspetta un taxi prenotato dalla nostra
Barbara, che organizza tutto nei minimi particolari per facilitare le nostre
trasferte.
Arriviamo direttamente al ristorante e ci ricongiungiamo con
il resto del gruppo! Loro provati dalla prima fatica sotto un sole inatteso,
noi provati dalla fatica di aver rinunciato al nostro primo giorno di cammino,
ma tutti felici di esserci ritrovati! Foto!
L'ostello, tutto per noi (siamo in 18!) è in una casa antica a più piani, letti a
castello, bagni confortevoli, cappelletta per pregare, accoglienza con borsa
ricordo individuale con dentro depliant, spilline e coprimaterasso usa e getta.
Buona notte, a domani!
Ma nella notte, uno di noi che non riesce a dormire nella
parte superiore del letto a castello, con fare furtivo, trafuga un materasso da
un'altra stanza e, posatolo per terra, dorme nel refettorio sogni tranquilli.
Sabato 23 Aprile 2016: Bolsena – Viterbo km 32, 5
Sveglia! Giù dalle brande! Oggi abbiamo una tappa lunga. Le
previsioni danno pioggia, quindi zaino in spalle! Dopo una splendida colazione
nel paese addormentato e visita alla chiesa di …....che
è già sorprendentemente aperta, partiamo!
La via Francigena è impegnativa, non solo perché il nostro
territorio è montuoso e collinare, ma perché è tracciata in modo a volte poco
chiaro. Quando si cammina con lo zaino, i metri in più sembrano eterni,
figuriamoci i chilometri che, come in un incantesimo, si allungano a dismisura.
Boschetti e colline, morbidi saliscendi, sterrato addolcito
da fiori di tutti i colori. Bivi e bivi che indicano la via Francigena verso la
capitale in direzioni opposte; d'accordo che tutte le strade portino a Roma, ma
se non avessimo Barbara e Gianni ci perderemmo! Ed infatti qualcuno, seguito da
qualcun altro che non vuole lasciarlo a se stesso...ma dopo qualche chilometro
e un buon numero di telefonate, siamo nuovamente insieme!!!
A 17 km da Bolsena siamo nell'incantevole paese di
Montefiascone, terra del famoso vino Est Est Est!
Bello poterne bere un bicchiere, ma abbiamo ancora molti
passi davanti a noi. Il gruppo si divide: 12 a piedi, 6 in vineria ed autobus.
Timbriamo le credenziali all'accoglienza del pellegrino
perchè è proprio da qui che iniziano gli ultimi 100 chilometri verso Roma!
Sull'arco che introduce alla piccola piazza c'è una scritta scolpita dedicata proprio a loro e a tutti i
camminatori.
Il tempo di mangiare un ottimo spuntino sotto un cielo
minaccioso, nero e turbolento e poi il gruppo dei dodici segue le sue orme. Il
cielo, però, si rallegra e ci lascia camminare.
Il paesaggio è incantevole, in lieve discesa, attraversa
prati e vigne, campi di papaveri sistemati in una quantità tale da far pensare
che la Pro Loco li abbia seminati apposta per renderli incantevoli.
Montefiascone si allontana lentamente guardandoci dall'alto
delle sue mura.
Ovvio che chiacchieriamo e ridiamo. Durante il percorso uno
di noi, che era previsto dovesse rientre a casa, prende al volo un autobus che
passava proprio nel momento in cui stavamo attraversando la statale...ditemi
che non è fortuna?!
Camminiamo tra campi
di spighe verdi brillante, che risplendono di riflessi argentati.
La strada però è sotto il terribile incantesimo e si
allunga: alle porte di Viterbo riusciamo a leggere sul GPS che abbiamo fatto
ben 35,5 km!!!
Arriviamo all'ostello: la struttura è un'antica torre che si
sviluppa in...verticale! Ha predisposto due brandine in più perché può ospitare
solo quindici persone: tre in una stanzetta al primo piano; al piano superiore,
nove piuttosto stretti tutti insieme in un grande camerone e altri cinque in un
ingresso confortevole, attiguo al grande camerone. I bagni sono al piano terra
e fuori dalla torre, in un altro edificio! Bevanda e biscotti di benvenuto poi
doccia, bucato e cena in un ristorante attiguo.
Gli undici mangiano in silenzio, i sei sono ciarlieri e
raccontano la loro giornata emozionante.
E poi...sbuca una torta, lo spumante ed un fiorellino di
carta per festeggiare il compleanno tondo di una di noi: Auguri di cuore da
tutti, anche da chi è rimasto a casa!!!!
Vorresti dormire?
Impossibile! Nello stanzone, i nove stretti stretti ridono e raccontano barzellette,
uno dei cinque comunicanti le ripete a rate per gli altri quattro! Un sali e
scendi continuo dai letti a castello per ascoltare, ridere, scherzare! Quando
sembra che ormai si stia per dormire, sistemato anche il timoroso del letto a
castello al piano di sotto, si sente uno strano rumore, subito seguito da
un'imprecazione, rincorso da un altro rumore e da una nuova imprecazione: cosa
sarà successo?!
Una delle brandine, occupata da uno di noi che ha un certa
dimensione, si è miseramente dissestata,
arrendendosi in ripetute e scoscianti riprese! Come fai a non ridere?
Proponiamo un cambio letto, ma niente! Risistemata, spegniamo ed auguriamo la
buona notte! ma...nuovo rumore! La brandina ricrolla! Poco però, inutile
risistemarla: Buonanotte!
Domenica 24 Aprile 2016: Viterbo – Capranica Km 29
Sveglia prestissimo, zaino e gambe in spalla, si va! Un
momento, prima lo spuntino all'ostello e poi la colazione comodamente seduti al
bar!
Il cielo intanto è di cattivo umore ed inizia a gocciolare
ancor prima di lasciare questa splendida città. Per tutto il giorno non faremo
che togliere e mettere le mantelle, aprire e chiudere ombrellini. Il clima è
molto umido, quando smette di piovere fa molto caldo; c'è afa. Difficile
apprezzare il paesaggio attraverso le gocce di pioggia che punteggiano gli
occhiali, le mantelle che coprono gli occhi, ma avanziamo e speriamo di essere
risparmiati dal terribile incantesimo dei chilometri che inevitabilmente si
allungano.
Passiamo tra spettacolari corolle di papaveri che al minimo
refolo di vento si scrollano. Ulivi contorti stagliati contro nuvole viola,
erba ciondolante di acqua, qualche prezioso fiordaliso blu nascosto nel grano
verde.
Incontriamo quattro pellegrini francesi che hanno iniziato
il cammino da Pavia. Hanno quattro zaini all'apparenza leggeri ed un
trabiccolo, incrocio tra carriola e borsa della spesa: au revoir!
Ma non c'è storia,
oggi siamo stanchi. Più di uno è dolorante. Camminiamo e camminiamo,
gocciolanti e stanchi. La pazienza inizia a sciogliersi sotto l'acqua.
L'incantesimo si è tramutato in un terribile maleficio. Finalmente giungiamo a …..ad otto chilometri dal nostro rifugio. Ma
serpeggia lo sconforto che non siano solo otto, ma molti di più; in certi casi
basta anche solo un chilometro per rendere impossibile avanzare. Sono ormai le
due del pomeriggio e siamo un gruppo troppo numeroso e bagnato. Ma ecco che
troviamo un ristorante che ci ospita e ci propone un ottimo piatto di pasta
all'amatriciana! Dai! Acqua a volontà ed una sola caraffa di vino bianco
discutono animatamente con le gocce che scivolano dagli ombrellini e dalle
mantelle appese in ogni dove.
Fuori intanto si è scatenato il diluvio, la pioggia scende violenta
rimbalzando sul terreno in piccole fontanelle dispettose.
Sono ormai quasi le quattro del pomeriggio e la saggezza
suggerisce di colmare gli ultimi chilometri con un bell'autobus che ha la
fermata proprio al ristorante!
Il cielo continua a giocare con brevi raggi di sole che si
rifrangono nelle infinite gocce di acqua.
Dopo la fermata abbiamo ancora pochi metri: il maleficio si
è dissolto. Sotto le nostre mantelle percorriamo un tratto di sterrato bianco,
largo e piatto, tra due ali infinite di noccioli.
L'agriturismo Il Cappuccino ci attende! Sperduto tra i
noccioli ci appare all'improvviso.
Sembra di avere errato per secoli, smarrendo la memoria del
nostro destino, alla ricerca di quel luogo incantato.
Anna e Stefano ci
hanno preparato un'ottima cena: crostini, zuppa di legumi, spezzatino con
patate, crostate fatte in casa. Mentre beviamo la tisana nella sala con il
camino acceso, affacciata sulla terrazza coperta e piena di fiori variopinti,
arriva una sorpresa! Elena, la mamma di Stefano, che sta per compiere cento,
100 anni! Ci intrattiene raccontandoci con voce tenue una piccola parte della
sua storia. Erano tempi nei quali per poter permettere a lei e a suo fratello
di laurearsi, la sua famiglia si era trasferita in blocco nella capitale! E'
lei che ha voluto trasformare questa antica e confortevole dimora in un luogo
di accoglienza per pellegrini. Oggi ha visto realizzato il suo sogno: ospitare
un gruppotto di pellegrini variamente composto che le ha augurato: Buon
Compleanno!
A nanna! Disseminati per i vari edifici, ci auguriamo la
buona notte.
Capranica – Campagnano di Roma km 26
Colazione casalinga con marmellata, biscotti, pane e caffè,
apparecchiata con gusto su una tavola di mille colori, nella sala con il
camino.
Durante la notte, il tempo ha pianto tutte le sue lacrime ed
ora un vento forte e freddo, molto freddo, ha dipinto di azzurro il cielo
addobbato di nuvole bianche. In realtà eravamo a una decina di chilometri da
Capranica, quindi camminiamo proseguendo sullo sterrato bianco, ammirando gli
innumerevoli noccioli, assorbiti dalla luce del mattino che rende magico il
paesaggio. Promessa mantenuta! Arriviamo a Capranica! Ogni borgo che
attraversiamo risveglia lo stupore e l'orgoglio per la bellezza della nostra
terra.
Prosaicamente un
caffè ci riporta alla realtà dei nostri passi. Guanti e cappellini di pile,
giacche a vento ci immergiamo nel bosco.
Dopo tanta campagna coltivata, l'ombra ci ripara dal vento. Prima di
giungere in paese, sulla radura ci sono tre cavalli che pascolano serafici.
Ancora un tratto di bosco e poi la salita verso la piazza.
Giunti a Sutri, ci
concediamo un panino con porchetta, mangiato al vento, seduti ai bordi della
fontana della piazza che ci schizza gioiosa. Un tè al caldo del bar ci permette
di proseguire.
Immaginiamo già la prossima tappa per arrivare al termine
del nostro cammino...
Camminiamo di buona lena, un po' per scaldarci e un po' per
paura di perdere il treno.
Più che puntuali arriviamo all'appuntamento con il pulmino
che ci porterà alla stazione di Roma Termini. Nell'abitacolo caldo qualcuno si
addormenta. Vediamo la capitale nella sua veste festiva. Viali di pini, ponti
sul Tevere, turisti in processione. Dopo giorni immersi nel silenzio del cammino, nel
caos della stazione che offre negozi, bar, pubblicità e ristoranti ci sentiamo
sperduti. In fila indiana
raggiungiamo un posto tranquillo per attendere il treno ad alta velocità che ci
riporterà, in sole tre ore, verso la nostra quotidianità.
Il paesaggio corre veloce; il tramonto ci regala ancora la
consapevolezza di avere vissuto un'esperienza emozionante.
Ci salutiamo e ci
diamo appuntamento al solito posto, ma non alla solita ora!
Fiorella
Davanti al duomo di Orvieto, in attesa dell'apertura. |
Il Gesù del duomo di Orvieto |
Aro (Arum italicum), il fiore dei rebus, ce n'erano tantissimi.
Gli insetti sono attirati dall'odore (nauseabondo per gli uomini) emanato dai fiori e da diverse sostanze zuccherine prodotte nelle zone di estroflessione dell'infiorescenza; ma anche dalla temperatura più elevata o attività “catabolica” (diversi gradi sopra quella ambientale: 5 – 10 °C, fino a 14 °C) prodotta all'interno dalla spata. L'innalzamento della temperatura è causata dalla intensa traspirazione dello spadice. Alcuni ricercatori hanno anche riscontrato una forma “paraboloide dimetrica” per la spata (il fuoco in questa figura geometrica non è un punto ma una linea – l'infiorescenza appunto) in modo da convergere meglio i raggi solari; è da notare inoltre che la spata aperta è sempre rivolta a sud o comunque verso ma direzione di massima luce. (ex wiki)
|
Giovani noccioli |
Nessun commento:
Posta un commento
Lascia un commento: