Oggi una piacevole camminata sopra Piedicavallo, tempo splendido, come la compagnia. A tratti si è molto discusso sulla definizione di 'falsopiano', chi diceva "... poche storie, questa è un'accidenti di salita!" altri ribattevano che appunto si trattava di un falso piano per cui la definizione era corretta. Altri ancora timidamente dicevano, piano, chè ciò era falso... la questione è tutt'ora aperta.
Mentre le foglie cadute dei faggi frusciavano gradevolmente sotto i nostri passi...
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| La strada di sopra, tra Piedicavallo e Montesinaro |
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| Un fortunato e raro incontro, un signore con la Gerla carica di legna scende dalla scalinata di Montesinaro. |
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| Forse questo tratto di bosco grazioso e sperduto non ha mai visto diciassette persone tutte insieme |
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| Si apre la pista nella spessa coltre di foglie |
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| Il grande solutore si sofferma a cercare un nuovo rebus tra le felci secche. |
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| Siamo sul filo di cresta tra le valli della Chiobbia e del Cervo |
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| All'alpe Burun piccola sosta prima di iniziare la discesa |
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| La ferocissima Zoe |
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| Un esperto controlla la maturazione delle bacche di Gratacul (al plurale Gratacul, invariabile ), volgarmente detti rosa canina. :-) |
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| Non ancora sazi di luce e di sole, da Piedicavallo saliamo ancora un po' fino a 'le Cascate' , poco prima della confluenza dell'Irogna con il Cervo. Qui siamo 'al Cios' , la vecchia pista da sci di Piedicavallo. |
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| SIamo ormai vicini alla confluenza del Cervo e dell'Irogna. Vedremo solo una delle due cascate, l'altra è molto più bella ma è defilata e irraggiungibile oggi, è quasi l'una e il pranzo in paese ci tira come una calamita. |
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| Un tappeto insidioso di foglie ci riconduce a Piedicavallo |
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