Robbio - Garlasco (VF) 8-9/11/14

Robbio - Garlasco km 37,3

Eccoci: siamo al solito posto! Non siamo in tanti; l'avviso della camminata è arrivato un po' all'improvviso ed anche insperato e solo in sette abbiamo potuto aderire. Tra di noi c'è anche il più giovane del gruppo e questo, come sempre, ci riempie di gioia. Tra i tanti che non sono potuti per gli impegni più svariati, dobbiamo assolutamente citare la nostra maratoneta, che ha un allenamento inderogabile in vista dell'imminente impegno di fine mese: tifiamo tutti per te!
Alla partenza riceviamo il saluto affettuoso degli arzilli genitori di uno di noi, che sono venuti ad augurarci una buona passeggiata ed, ovviamente, si dà inizio alle foto!
E' una tappa da due giorni. Raggiungiamo in auto Robbio e poi iniziamo a camminare... finalmente! La giornata è tiepida, il sole ci osserva facendoci camminare con il pile. Il paesaggio si snoda davanti a noi con dei colori insolitamente primaverili: alcuni campi sono verde brillante, altri sembrano addirittura estivi, con le balle di paglia dorata adagiate in morbide scacchiere ordinate.
Camminiamo felici di avere ripreso i nostri passi. Già in paese ci accorgiamo di grandi fili di ragnatele che si illuminano nel cielo azzurro: svolazzano e con i nostri bastoni, ma anche solo con le mani, le trasciniamo come la fiaccola delle olimpiadi. Cosa saranno? Possibile siano ragnatele? Così tante? Così grandi? Solo nel pomeriggio, un abitante del luogo ci spiega che, ogni anno, in questo periodo, piccoli ragnetti dai colori caramellati tessono senza sosta ragnatele infinite, che ricoprono le stoppie del riso di un velo sottile e trasparente che, come seta impalpabile, ondeggia in controluce sui campi. E' uno spettacolo mai visto e tentiamo di trattenerlo nella mente e di intrappolarlo con le foto. Come per magia i nostri indumenti si coprono di vischiosi fili leggeri. Pensiamo alla saga del Signore degli anelli ed al povero Frodo che si ritrova nel bozzolo del ragno gigante, prontamente salvato dal suo fido compagno di viaggio...anche le nostre scarpe saranno liberate dalla loro rete alla fine della tappa!
Abbiamo iniziato a camminare nel primissimo pomeriggio e giunti a Nicorvo facciamo volentieri una pausa merenda: anche in pochi riusciamo a trasformare uno spuntino in una festa!Il tramonto si spegne sull'orizzonte lontano, inondando di dolcezza il profilo delle ombre che si allungano serene nella campagna infinita. Al crepuscolo giungiamo nella chiesa di Madonna del Campo. Entriamo: buio fitto, silenzio, nessuno, solo l'altare illumina una tenera immagine della Madonna, è una “Madonna del Latte”. Con passi cauti cerchiamo di adeguare gli occhi ed iniziamo a percepire la bellezza che ci circonda. Anche il parroco sembra entrato di soppiatto, accendendo d'improvviso le luci e svelando una chiesa con un' unica navata, delicatamente dipinta ed affrescata: un piccolo capolavoro! Solerte, ci regala degli opuscoli che spiegano le decorazioni ed appone il timbro sulle credenziali. Ancora il tempo di una preghiera individuale e riprendiamo il cammino.
E' ormai buio, le spesse nuvole rosa non permettono alla luna di far filtrare i suoi raggi, ma siamo alle porte di Mortara e le sue luci ci guidano verso il centro. Il nostro rifugio è appena fuori dal paese. Pensiamo di comprare qualcosa per il pranzo al sacco del giorno seguente: la ragazza della panetteria nella quale ci fermiamo ci offre un vassoio di dolci; è un gesto spontaneo e gentile che contribuisce a rendere straordinaria la nostra giornata. Più avanti veniamo tentati da una vineria che propone anche la birra artigianale oltre alle spremute d'arancia e... decidiamo che possiamo concederci una sosta: aperitivo con stuzzichini!!! Qualcuno non regge neanche l'idea dell'alcool e così si ride per niente!
Riprendiamo il cammino ed arriviamo, uscendo dal buio come per incanto, in uno spiazzo erboso che circonda l'Abbazia che ci ospiterà. Sotto il lampioncino che illumina il grande portone di legno il parroco e la signora Franca ci stanno aspettando e ci accolgono con un applauso di benvenuto.
E' tutto pronto: il tavolo apparecchiato con cura, le brandine disposte lungo le pareti, il caldino dei termosifoni, il timbro sulle credenziali, il libro delle firme e una cena appetitosa. Il parroco non può rimanere con noi, ma ci affida alle cure della signora Franca che ci racconta dei pellegrini che si sono susseguiti. Al termine della cena possiamo visitare la chiesa: basta aprire la porta che si trova tra il tavolo e le brandine e siamo nell'abbazia! Da soli giriamo indisturbati: tutta la chiesa è per noi! Ci sono iscrizioni e l'immagine della Madonna dei nodi: leggiamo, osserviamo, preghiamo con rispetto e devozione; anche questo fa parte di questa giornata straordinaria. Sistemati nei nostri letti, aspettiamo che il sonno ci restituisca le energie, mentre la luce che entra soffusa dalle finestre gioca con i ricordi della giornata appena trascorsa. Indisturbato, qualcuno inizia timidamente a russare.
Al mattino ci raggiungono, con puntualità più che svizzera, due dei quattro che avrebbero dovuto camminare con noi oggi.Pronti a partire, zaini in spalle, salutata la signora Franca, usciamo e vediamo nella luce grigia del mattino, l'Abbazia e la struttura che ci hanno ospitato: quindi, foto!E' decisamente una giornata autunnale: i campi sono marroni, senza erba, gli alberi spogli, le foglie per terra sono macerate dalle incessanti piogge degli ultimi giorni, non fa freddo, anche se l'umidità ci obbliga a mettere le giacche. Qualcuno dà fiato alle angosce quotidiane che, come un ruggito profondo, attanagliano lo stomaco.
Attraversiamo piccoli paesi addormentati nella quiete della domenica mattina; al nostro passaggio, i cani abbaiano felici di fare la guardia, il rintocco delle campane richiama alla prossima messa. Parliamo a piccoli gruppi, a coppie, delle imminenti scelte per il futuro del nostro giovane camminatore, dei colori degli indumenti, del colore dei capelli, dei gusci di cozze che si trovano lungo gli argini delle risaie, del frastuono del gracidare delle rane in una notte d'estate, del sole che forse farà capolino, del verde squillante di alcuni rigagnoli: sarà un alga? Ma inesorabile ci coglie... l'appetito! Ci fermiamo sull'aia di una grande cascina ed ecco pronto un salottino improvvisato con tronchetti di legna da ardere ed il solito pullulare di dolci e panini.Riprendiamo il sentiero: è un tratto di percorso particolarmente bello perché, già da ieri, è quasi solo su sterrato.
Non siamo in tanti, risuonano le risate di chi non è potuto venire e qualcuno riesce persino a camminare da solo: con il pensiero ritorna al lungo Cammino di Santiago, alla faticosa nostalgia degli innumerevoli passi intrapresi parlando con se stesso, osservando la propria ombra accorciarsi lentamente nel sole delle lunghe giornate estive... Ma ragazzi, siamo senza fondo! Ebbene, sì! Giunti a Tromello, nell'ora del pranzo, scartiamo le nostre vettovaglie e disturbiamo il parroco che ci timbra le credenziali e ci regala, graditissimi, una piccola pergamena che attesta il nostro passaggio ed una spillina con il logo di Sigerico da attaccare allo zaino: ma è splendido!
Via, adesso gambe in spalla e si riparte alla volta della Madonna delle Bozzole, vicino a Garlasco.
Gli alberi dalle infinite sfumature rosse, carichi di foglie trasparenti e quelli gialli, illuminati dal loro stesso colore, spiegano l'incanto di una stagione riflessiva, ricca di proponimenti.Lo sguardo si alza sul paesaggio infinito, sui pioppi che come denti di un pettine filtrano l'aria immobile, sui colori degli zaini che donano l'allegria dell'amicizia intrecciata con i nostri passi.Arriviamo al santuario e i due che questa mattina ci hanno raggiunto, salutano e si affrettano a prendere il treno che li attende tra due chilometri e pochi minuti a Garlasco.Il resto del gruppo entra in chiesa, cerca chi possa timbrare le credenziali e fa un ultimo brindisi con il cappuccino!Arriviamo in anticipo alla stazione e facciamo la foto di fine tragitto. Gli uomini si allontanano per fare ancora due passi...Due passi? Ancora? Ancora due passi? No, basta!! Le ragazze, sedute al freddo sulla panchina di pietra, controllano tutte la credenziali e ricordano qualche aneddoto. Il treno arriva e come sempre ci riporta in pochi minuti al punto di partenza! Nella serata che annuncia l'imminente pioggia battente, ci salutiamo dandoci appuntamento per la prossima volta al solito posto ma non alla solita ora!!!

Fiorella
 

A Fiorella che scopre il paesaggio nudo delle risaie d'inverno



Per goderci la giornata camminavamo così piano che i ragni ci facevano le ragnatele sulle scarpe

Nella chiesetta di Nicorvo

Tutte le risaie erano coperte da questi sottili fili di ragnatela, milioni di chilometri a passi da mezzo millimetro, i ragni erano piccolissimi. Non ci rendiamo conto di quanto sia grandioso il mondo animale, anche quello sottocasa.








Ad Alberto, affascinato dalla geometria dei campi




Abbazia di Sant'Albino a Mortara

La Madonna dei nodi, simboleggia l'intercessione.






A Madonna del Campo, una bellissima Madonna del Latte













 












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