S.Ambrogio-Borgone Exilles-Susa 11-12/nov/2017

1à tappa: Sant'Ambrogio - Sacra - Borgone  km 18,5

2à tappa: Exilles - Susa  km 15

Per ragioni di logistica in questi due giorni abbiamo camminato anche all'indietro, come i gamberi, solo così abbiamo potuto visitare la Sacra e dormire in un letto caldo.

Un certo disturbo al cammino è stato causato dalla protezione che le forze armate hanno posto alla zona dei lavori della TAV. Abbiamo perso un'ora buona, e fatto qualche chilometro in più, tentando di forzare i blocchi e cercando di capire dove passare... per fortuna l'aggiramento dell'area del traforo della Tav si è svolto lungo sentieri boschivi, sempre gradevoli.  Un ringraziamento a Barbara per l'organizzazione, ritrovi, orari, treni, pernottamenti, non è per niente facile; e ci vuole coraggio per accettare, per tutti, i rischi residuali. Questa volta il dubbio era l'aggiramento del cantiere della TAV.

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Ecco ci siamo ritrovati per una due giorni di cammino per percorrere una variante della Via Francigena, quella che percorre la val di Susa.
 Dovremmo arrivare a Canterbury, ma per il momento il progetto è abbandonato; la Svizzera oltre che poco accogliente per il nostro tipo di pellegrinaggio è costosissima ed inoltre non siamo proprio in forma.
Per tenerci allenati e per stare insieme però organizziamo cene e camminate!
 Così ci siamo ritrovati al solito posto alle otto in punto! Avremmo dovuto essere in quattordici ma qualcuno ha pensato bene di rompersi un braccio, qualcun altro di farsi venire un febbrone da cavallo e così siamo rimasti in undici precisi!
 Un gruppo di sette parte già sabato e si ritrova a Sant’Ambrogio con un'altro che giunge da Bologna; per cena ci raggiungeranno anche i tre lavoratori.
 Ovviamente sbagliamo subito l'uscita dall'autostrada ma dopo qualche chilometro in più fatto in auto, fortunatamente, ci ritroviamo sulla retta via e, dopo la seconda colazione a base di bomboloni alla crema per la nostra ammiratrice di dolci, iniziamo la salita verso la Sacra di S. Michele.
 Il territorio e quello della val Susa, tristamente alla ribalta per gli incendi che l'hanno devastata durante questo ultimo mese di siccità. Fortunatamente in settimana è piovuto ed oggi il cielo è smagliante nei suoi toni azzurri.
Il sentiero è ricoperto di ciotoli che donano un aspetto medioevale alla strada che si inerpica, ricoprendo un dislivello di circa seicento metri. Lustri alberi spogli, foglie secche lucidate dalla pioggia e la via crucis di pietra grigia ci guardano salire mentre alcuni chiacchierano allegramente ed altri inseguono i propri pensieri.
 Tra un ritardo, un recupero ed una digressione dobbiamo arrivare al massimo per le undici e cinquanta, termine ultimo per visitare la Sacra prima della pausa pranzo. Arriviamo in ordine sparso ma arriviamo! Recuperati i biglietti saliamo ancora ed ancora. E' bellissima! Ristrutturata con cura e tenuta in modo mirabile. Il ripido scalone denominato Della Morte è inquietante con i suoi gradini sconnessi, lisci a picco sul vuoto. Archi rampanti, portali incorniciati da colonnine di varie sfumature rosa fanno da viatico alla chiesa a tre navate, con grandi colonne dalle basi romaniche che si trasformano in archi gotici. Monaci stranieri la custodiscono mentre un canto gregoriano accompagna la visita. La luce entra dalle finestre maestose, illuminando i dipinti. Un tempo vi vivevano numerosi frati, di quel periodo rimangano affascinanti ruderi, tra i quali l'erba si alterna ai camminamenti. Scolpita nella roccia, costruita sulla pietra, dall'alto del suo promontorio sormonta la valle. I pellegrini di un tempo si spingevano fin quassù  per cercare rifugio e per chiedere una grazia.
Appagati da tanta bellezza, ci accoccoliamo sul prato per il rito prosaico del consumo del nobile panino; non che il panino abbia nulla di regale, ma permette all' appetito, questo sì sontuoso, di essere soddisfatto!
 E così inizia la discesa tra boschi di querce e di castagni. Dopo la pioggia i ricci sono diventati morbidi e sembra di camminare su un soffice tappeto autunnale. Giù e giù! Ogni tanto una piccola scivolata sulle foglie. Lungo il sentiero troviamo una frazione disseminata di casette; su alcune di esse ci sono realistici dipinti di stalle, cavalli, conigli, pollai e persino un cervo!
Finita la discesa siamo ancora molto lontani e dobbiamo cambiare passo: un treno ci aspetta a s.Antonino per farci arrivare a Susa, dove Barbara ha prenotato le stanze nell'accoglienza per pellegrini Casa per Ferie.
 Così acceleriamo; ormai è tutto in piano e le chiacchiere che non si erano mai perse di animo, riprendono ancora più fitte ed allegre.
Non fa freddo, si cammina quasi senza sudare, si consuma ancora qualche biscotto mentre il cielo si tinge delle mille tonalità del tramonto. Costeggiamo un acquedotto in disuso che ha archi numerati, la sera dolcemente spegne i colori ed accende i lampioni gialli del paese: qualche brivido di freddo si fa sentire. Mentre tentiamo di raggiungere la stazione ferroviaria, capiamo che  dovremo aspettare il treno successivo: perfetto possiamo fermarci ad acquistare i panini che serviranno per domani!
La stazione è avvolta nel freddo del vento, la sala d'attesa è buia e bollente. Alcuni preferiscono rimanere fuori a consumare ancora una fetta di formaggio. Saliamo sul treno e giungiamo a Susa, dove, rifocillati dalla doccia bollente, salutiamo il gruppetto dei tre ed insieme ci rechiamo alla Pizzeria Italia: squisita! Sempre Barbara ha fortunatamente concordato menù e prezzo; se non lo avesse fatto avremmo mangiato tutte le magnifiche portate che vedevamo sfrecciare verso gli altri tavoli! I nostri gnocchi e la nostra rollata con patate, anticipate dalla focaccia tipica di Susa, erano abbondanti ed ottime! Bisogna tornare anche solo a mangiare!!!
 Sonno ristoratore, disturbato dal riscaldamento che, ad intervalli,  faceva un rumore assordante.

Al mattino trovare la sala delle colazioni è stato facilissimo: è bastato seguire il suono delle risate che già alle otto e trenta erano vivaci e coinvolgenti!
  Fuori ad aspettare il pullman che ci porta ad Exilles, per evitare il tratto Susa- Exilles che è quasi tutto su asfalto, rischiamo il congelamento, ma la pasticceria viene in nostro soccorso con dolcetti e caffelatte!
 Vai, iniziamo a camminare tutti bardati da freddo polare! Foto davanti al forte di Exilles, rigorosamente chiuso alle visite turistiche.
 Entriamo nel bosco, in ombra, un bel sentiero largo permette di camminare affiancati e come sempre parliamo e ridiamo. Sbucati sull'asfalto finalmente passiamo sul versante opposto e inizia l'estate di S. Martino. Delicatamente i raggi del sole si fanno sempre più insistenti e iniziamo a togliere i vari strati fino a rimanere in maniche corte!
 Il tratto che stiamo attraversando è quello del cantiere della TAV. Sulle massicce colonne che reggono l'autostrada e sui muri che la fiancheggiano ci sono diversi murales, espressione del dissenso. Poco più avanti decidiamo di fare la sosta regia del panino. Siamo vicino a Chiomonte, a ridosso dell'imponente fortificazione militare che protegge i lavori del traforo. Dobbiamo deviare il nostro cammino perché la zona è presidiata da decine di militari, giunti dalle più diverse regioni.
Camminiamo così tra le diverse idee di una sola Italia, come osservatori delle ragioni degli uni e degli altri,  tra sontuosi vigneti e viottoli profumati di menta, intrappolati nella storia.
 Entriamo nel bosco più fitto e lucente di foglie gialle e marroni; più di qualcuno è un po' sfiduciato perché non sa quanta strada ha ancora da percorrere. Il giro nella storia ha richiesto tempo e pazienza, anche molta riflessione ed ora abbiamo anche sete.
Ma ecco che un ragazzo di bell'aspetto e gentile ci saluta e dopo poca insistenza si offre di scortarci fino al bivio che ci condurrà sul sentiero principale. Via, torna l'allegria! Il bosco pullula di ragazzi che arrampicano sulle irte pareti di pietra che come per incanto spuntano fiere e rocciose dalla morbida terra. Una stecca di cioccolata per ringraziare il nostro Virgilio! Ora non ci rimane altro che raggiungere nuovamente Susa e da lì prendere ancora un treno per ritornare alle nostre auto.
 Il cielo inizia a rabbuiarsi, le cime delle montagne non si vedono più. Un vento dispettoso gioca con i mucchi di accartocciate foglie gialle che mulinellano e si intrufolano tra di noi per poi ritrovarsi abbracciate più a valle.
 Dobbiamo accelerare, il treno non ci aspetterà! I due velocisti allungano il passo per fare i biglietti; salutiamo senza fermarci il gruppo che la sera prima ci ha raggiunti con la macchina, non vorremmo ma dobbiamo proprio sbrigarci, qualcuno ha le vesciche e ad ogni indugio rischia di fermarsi, qualcun altro è affaticato e gli ultimi passi rischiano di non finire mai... ma giungiamo nella piccola stazione di testa con tre binari, forse quattro, affiancati. Sul primo c'è il nostro treno ! Coraggio, anche questa volta ce l'abbiamo fatta!
Fiorella


















































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